TIME BANDIT
di @Andrea Chirichelli

Un gioco atipico, misconosciuto, affogato nel mare magnum delle produzioni Amiga, la macchina da gioco con (forse) la softeca più ampia della storia dei videogiochi. Una di quelle realizzazioni che sfuggono al grande pubblico, come i film che escono in poche copie nella grande bagarre natalizia e che però quando pandori e panettoni sono stati abbondantemente digeriti, sono ancora lì, sugli schermi. A quindici anni dalla sua pubblicazione, Time Bandit può ancora dire la sua. Perché, come tutti i giochi semplici ed immediati, non ha solo un glorioso passato alle spalle, ma un radioso futuro davanti a sé. Time Bandit esce nell’aprile del 1988 nel periodo di pieno boom del gioiello di casa Commodore. Gli occhi e le mascelle della maggioranza dei videogiocatori sono giustamente offuscati dalle meraviglie made in Psygnosis e Cinemaware che occupano pagine e pagine delle riviste del tempo, ma la piccola e presto fagocitata dal sistema Microdeal, propone al pubblico smanettone una versione rinnovata e ipertrofica del vetusto arcade made in Atari Gauntlet, che lascia stecchiti i pochi coraggiosi che decidono di investire su questa perla di giocabilità e longevità (see.. magari! In quel lontano periodo si andava tutti dal pusher/pirata di fiducia).

Time Bandit è un gioco di apparente e sconcertante semplicità: il giocatore interpreta un novello Guy Pearce che salta di epoca in epoca alla ricerca di tesori e ricchezze, eliminando mostri e nemici di ogni foggia e cercando di ottenere, in caso di partita a due, più punti dell’avversario. Ci sono sedici quadri a loro volta suddivisi in base a sedici livelli di difficoltà, cosa che garantisce al singolo giocatore una modularità ed una scalabilità nell’approccio alla partita inconsueta e ben accetta. All’interno di ogni mappa brulicano nemici da abbattere, tesori da scoprire, enigmi da risolvere per raggiungere chiavi, sbloccare passaggi segreti e così via. In certi casi è possibile addirittura interfacciarsi con altri personaggi presenti sul terreno, per ottenere informazioni utili per risolvere gli enigmi o per avere dritte su come superare un passaggio dannatamente complicato. L’ottima modalità a due giocatori, con condivisione dell’interfaccia base e divisione dello schermo in split screen, è il simbolo della cura e della precisione certosina adottata dai programmatori.

Tutti gli elementi che servono sono sotto gli occhi dei giocatori e due ampie finestre di gioco garantiscono un’azione fluida e priva del benché minimo rallentamento. Ovviamente, come accade nella maggior parte dei giochi, il divertimento giocando in coppia con un amico aumenta esponenzialmente, e anche la longevità sembra beneficiarne. L’aspetto grafico, a suo modo, lasciava basiti: così come in molti avevano dapprima storto il naso e poi adorato i piccoli ma dettagliati sprite di Kick Off, così il minimalismo ostentato dalla produzione Microdeal permetteva al giocatore di apprezzarne gli innumerevoli particolari nascosti e l’accurato design, che coinvolgeva sia i personaggi che i fondali: questi ultimi, colorati e brillanti, rendevano ogni partita una gioia per gli occhi. Inoltre i programmatori si erano giustamente sbizzarriti a ricreare per ogni scenario alcune “chicche” e situazioni tipiche e coerenti col periodo storico oggetto della partita: nello scenario romano si aveva a che fare con gladiatori e leoni impazziti, mentre nelle arene futuristiche erano i robot a dare fuori di matto. Parafrasando il vecchio motto della compianta Microprose, Time Bandit era “a game easy to learn but difficult to master” e capace di resistere come pochi altri titoli dell’epoca alle macerie del tempo e all’obsolescenza. Da recuperare in ogni forma e con ogni mezzo.









  Piattaforma Amiga OCS
  Titolo Time Bandit
  Versione UK
  Anno immissione 1988
  N. Giocatori 1/2
  Produttore Microdeal
  Sviluppatore Microdeal
  Designers Tim Purves, Harry Lafnear, Bill Dunlevy
  Compositore ...?
  Sito Web ...?
  Sist. di controllo Digitale - Joystick
  Numero tasti 1
  Orientamento Orizzontale
  Scrolling Laterale / Verticale
  Formato Floppy Disk
  Numero supporti 1
  WHDLoad Sì [link]
  Genere Arcade adventure
  Rarità
  Quotazione 35 - 40 €
  OST No

 

Sebbene il concepimento di Time Bandit riconduca ai calcolatori TRS-80 e Dragon 32 e a una prima release del 1983 programmata da Bill Dunlevy ed Harry Lafnear, fu nell’Ottantacinque, e sull’Atari ST, che il videogioco ottiene il suo riconoscimento globale. Le edizioni Amiga ed MS-Dos arrivano tre anni più tardi risultando identiche al versante Atari.