ARCUS ODYSSEY
di @Luca Abiusi

Lo sai ravvisare il valore fulgente delle opere del Wolf Team il coefficiente, il valore HTML del colore che rinfranca il character design, e viene al caso a soccorrerti Arcus Odyssey in figura di pseudo-RPG con visuale diagonale, ambiente fantasy persone in pixel dal disegno manga aggraziato; il cielo scala sul purpureo graduando verso il bluastro per menzionare Cadash su diversi stadi nella zona del rifinimento, come accaduto con Granada, che è un giuoco diverso ma il punto non è questo perché il discorso del grado del colore resta, l’opera di intrattenimento visuale che fa uso di effetti inerenti lo scrolling che va in differenziale resta, e il riferimento artistico e la velocità dell’azione restano come missione, marchio di fabbricazione di questa software house che negli anni Novanta utilizza il Mega Drive come sua risorsa espositiva primaria anche se l’X68000 è più bello, lì dove lo stesso Arcus Odyssey risuona meglio, ma solo per i giapponesi e meno male che ci sta il Mega Drive, nel Novanta, a diffondere la parola del Wolf Team, compagnia di valore. Mutsumi Inomata trasfonde. Sono eleganti le sue illustrazioni di front cover e metti che non ci fossero state, si sarebbero a Noi palesati ruolismi tanto discreti quanto anonimi.   

Si racconta che mille anni orsono la maga Castomira detenesse il potere sulle lande di Arcus, e che stesse meditando di raderne al suolo le popolazioni per erigervi sopra un regno di oscurità e morte. Ma non aveva fatto i conti con la principessa Leaty, sorella del Re della Luce. Ella si oppose al folle proposito di Castomira ingaggiando contro la stessa una epica battaglia che ad oggi è raccontata come la più cruenta da che esiste Arcus. Per giorni le due si sfidarono e tutto quel che vi era intorno fu polverizzato, ma alla fine il potere della luce prevalse e Leaty confinò Castomira nel Mondo Oscuro. Venne forgiata una spada magica – The Power of Leaty – che avrebbe dovuto impedire al male di ritornare, e per i mille anni successivi fu così. Su Arcus regnò la prosperità fino al giorno in cui gli oppositori del retaggio di Leaty trafugano la spada al fine di riportare in vita Castomira. Ma un gruppo di eroi si muove per impedirlo. Comincia così la Odissea di Arcus, con questi quattro guerrieri – Jedda the Swordsman, Diane the Archer, Erin the Warrior-Maiden e Bead the Mage chiamati a proteggere Arcus e quindi votati a recuperare la spada magica. Action RPG. Più action che RPG a distinguersi dai due Arcus avventurosi usciti su X68000, appartenenti alla medesima saga ma differenti in quanto ordinari nella di loro struttura a turni. Arcus Odyssey vuole al contrario asservirsi a una ampia fascia di utenti e così disporre un gameplay arcade e una gestione degli oggetti strettamente ruolista.

Arrivano i personaggi con le armi. Jedda spara un fascio verde dritto ma dannoso, Erin possiede invece una catena estendibile che ha la facoltà di roteare all’atto del confliggere il nemico, Bead lancia delle sfere di fuoco e poi infine Diana scaglia frecce a rimbalzo. La mossa in comune a tutti e quattro è una barriera protettiva che si attiva alla pressione del pulsante primario. Notevolissimo titolo. Wolf Team, che la meccanica a ruoli potrebbe insegnarla anche a Squaresoft, suggerisce un’azione da coin-op potente e immette, ma senza calcare, quegli elementi di graduazione e potenziamento comuni all’RPG tradizionale così da fare evolvere il singolo guerriero in punti esperienza e istruirlo alle sfide pesanti. Il dialogo coi popoli è concesso, talvolta consigliato visto che tendono a fornire indicazioni preziose sulla posizione di un particolare oggetto o una galera e oltretutto, la linea di condotta di Arcus Odyssey viene notevolmente condizionata dal rastrellamento delle pozioni; ottenuti per cui da queste ultime i poteri di attacco, e in ragione del fatto che il game over riconduce il giocatore allo schermo d’inizio, sarà bene di tenersi i sortilegi migliori in vista dell’esplorazione dipartimentale di classe Nintendo, benché quest’ultima avvenga in misura meno esasperante rispetto agli standard del JRPG spurio e comunque il gesto, com’è giusto che sia, andrà ultimato. Invero ripetute volte se si vuole avvicinare l’interezza degli upgrade. C’è da considerare il fattore cooperazione. Il gioco a due simultaneo si concede come azione di completamento dell’action adventure, il quale conserverebbe il suo profilo anche deprivandosene, ma visto che la modalità è corpulenta la si consideri qualora il Mega Drive dovesse improvvisamente rilevare attività umane ausiliarie di vicinanza. Arcus Odyssey è attrezzatura di prestigio. Lo si realizza dalle estetiche, dai metallici suoni a bassa tecnologia Yamaha, e da una infrastruttura che vuol cogliere – e mettere in convergenza – le branche arcade e ruoliste del videogioco giapponese.









  Piattaforma Mega Drive
  Titolo Arcus Odyssey - アークス オデッセイ -
  Versione Giapponese
  Anno immissione 1991
  N. Giocatori 1/2
  Produttore Sega
  Sviluppatore Wolf Team
  Designers Mutsumi Inomata, Fumiaki Fukaya, Kazuhiro Nagata, Yuji Ushijima, Akiko Higurashi
  Compositore Motoi Sakuraba
  Sito Web www.bandainamcostudios.com
  Sist. di controllo Digitale - Joypad
  Numero tasti 3
  Orientamento Orizzontale
  Scrolling Multidirezionale
  Formato Cartuccia
  Numero supporti 1
  Compatibilità NTSC-J [] NTSC-U/C [No] PAL-EU [No]
  Genere Action RPG
  Rarità
  Quotazione 20 - 25 €
  OST Sì [Arcus Odyssey X68000 Original Soundtracks, 2008, EGG MUSIC] [X68000]

 

Le versioni Mega Drive e X68000 di Arcus Odyssey, realizzate in parallelo, mantegono equivalenza. Sarà in ogni caso il sistema Sharp a detenere la forma tecnica migliore per il colore esteso e il remissaggio del suono. Nel ’93 Wolf Team traduce per Super Famicom come Arcus Spirits. Il port, pur mancando la fluidità dell’originale e tagliando alcune sequenze animate di intermezzo si realizza discreto. Una versione nord americana del suddetto verrà in seguito ultimata per essere distribuita in forma di review copy a note riviste del settore, ma senza mai ottenere una release ufficiale. A ogni modo, grazie all’intervento di Renovation, che a fine ’91 aveva localizzato per Genesis (cover art di Kazutoshi Yamane), Arcus Odyssey risulterà essere l’unico episodio della saga ad aver oltrepassato i confini giapponesi.