BOMBERMAN
di @Luca Abiusi

È bello Bomberman, ’sto giochetto che di fatto ha dato inizio all’arco sferoidale della Hudson Soft, e vedrai che nonostante che è privo di un impatto visivo particolarmente definitivo il Bomberman vorrà trascinarsi dalla sua parte il disarmante uso del gameplay giapponese 1990™. Allora il videogioco si conquistò un tale seguito che persino le software house che stavano in Europa finirono per reclamarne conversione formato personal computer, quand’era oltremodo chiaro che la console non sarebbe mai fuoriuscita dai recinti giapponesi. È sicuramente vincente, funzionante l’idea di Hudson Soft degli omini scemi che sganciano ordigni dentro un labirinto di mattoni sgretolabili, ché se adesso continuano a uscirne episodi vi sarà pure un perché, vi sarà un fattore di trasmissione anche.  

Le grafiche sarebbero non significanti, se non fosse per questa magistrale copertura degli spazi, che subiscono gli schemi di Pac-Man a infierire su frontiere giuochiste pressoché vergini: «attento a buttare le bombe, ché sono armi a doppio taglio vicino a un muro, quando sei chiuso da un nemico che procede automa verso dove stai tu». Il fine è quello di bombardare – nel vero significato del termine – i nemici che popolano questi mondi squadratissimi e ivi trovare l’uscita che dia accesso alla sezione prossima, e non vi sarà espediente strutturale di alcun tipo ma unicamente consumo allo stato brado, per magari in multiplayer, a modo di arginare l’unico, vero limite riscontrabile in fase di scampagnata a medio-lungo termine, in single player, con lo spettro della monotonia a dire che è forse il caso di scriversi la password del livello testé concluso su di un qualche foglietto di carta e accattarsi il multitap. Ma però poi il giorno seguente si rileva che codesto Bomberman è assai pieno di potenziamenti interconnessi al lancio bombe e alle abilità corsiste dell’omino col casco, e che tutto sommato, dal mondo due in su, vi è quantità di materiale sufficiente a irretire pure anche il facente ausilio di sparatori alla Gunhed.

Nel perpetuo innescare linee di fuoco di grande scatenazione, ché se non ci si ripara dietro i cubi se ne diventa vittime, si rivela quindi il disegno di una Hudson Soft votata al riformismo del puzzle game, quello in cui vi era solo da incastrare cose dentro altre cose e muovere cose sopra di altre cose e casomai spostare queste cose affinché vi fosse stata una cancellazione di strati di cose superiori. La mansione dell’osservare quel che accade sul monitor e dell’agire di conseguenza ottiene, in Bomberman, il balzo verso lo strategico d’azione di identità arcade: «ho piazzato file di bombe così all’esplosione avrò un fascio continuo di ominicidio, e di scemi sono scemi i cattivi testarotonda che non si spostano e che anche sono ben felici di abbandonare i luoghi senza senso della Hudson». Bisogna trovare l’uscita. Se nelle fasi preliminari questa ultima si vede presto, ché è murata da un blocco sistemato a due pixel dalla zona di immissione, via procedendo, nel momento in cui i livelli rivelano lo scrolling si dovrà produrre fasi di baldanzoso ispezionamento e potrà addirittura succedere di soccombere, mentre intanto che si cerca. La sobrietà delle grafiche a cubetti quanto delle caratterizzazioni restituisce azione di prima scelta malgrado lo spettro della replicazione degli schemi, ma pure rimane meritevole, rimarchevole il bombardare a destra e a sinistra fissi a canzonare questo motivetto che va in loop in figura di spirale di suoni a cui assuefarsi lentamente, ma così senza impegnarsi troppo.








  Piattaforma PC Engine
  Titolo Bomberman - ボンバーマン -
  Versione Giapponese
  Anno immissione 1990
  N. Giocatori 1/5
  Produttore Hudson Soft
  Sviluppatore Hudson Soft
  Designers Tsukasa Kuwahara
  Compositore Jun Chikuma
  Sito Web www.hudson.co.jp
  Sist. di controllo Digitale - Joycard
  Numero tasti 2
  Orientamento Orizzontale
  Scrolling Laterale / Verticale
  Formato HuCard
  Numero supporti 1
  Compatibilità NTSC-J [] NTSC-U/C [No]
  Genere Maze / Action
  Rarità
  Quotazione 25 - 30 €
  OST Sì [Music from Bomberman, 1990, Fun House]

  Il videogioco è nel 1990 tra i primi a implementare i cinque giocatori simultanei su di un sistema domestico, nonché la connessione via TurboLink tra PC Engine GT, il versante portatile della console. Ancorché riconducibile alle precedenti versioni MSX e Nes per struttura di base e visuali, il Bomberman del PC Engine va omologato a capitolo autoconclusivo originale. La prima conversione avviene per X68000 nel tardo ’90 grazie a Systemsoft, che rigorosamente si attiene ai suoni e ai pixel dell’otto bit. Nel ’92 il videogioco approderà in Europa grazie all’intercessione di Ubisoft, che provvederà a rinominare in Dyna Blaster per quindi convertire verso i formati 16 bit e PC MS-Dos con punte rimarchevoli di amighismo, vistoché sul sistema Commodore il titolo parte nativamente in NTSC e suona in stereofonia. Nello stesso anno viene reso annuncio di una versione Commodore 64 che, a ogni modo, non uscirà mai. Nel 2007, tuttavia, Samar Productions realizza Bomberman 64, conversione postuma non ufficiale che a ogni modo conterrà solo otto livelli. Michal Okowicki e Owen Crowley, nel 2013, faranno assai meglio col loro Bomberland 64. Che del Bomberman è remake – col multiplayer per cinque giocatori preservato – di qualità elevatissima.