PHANTOM BREAKER Limited Edition
di @Luca Abiusi

Ma avviene tanto veloce che anche ad aver di strategie e tecniche del riposizionamento del fronte per guardia spezzata al movimento d’emergenza Phantom Breaker sia picchiaduro stylish a scontri estremamente dinamici come nel miglior Dead or Alive 2, e qui ci saranno anche le armi ma sì, il fulmineo trasformare del colpo d’affondo che si può veder deviarsi al mittente in plico FedEx all’incirca corrisponde lo scatto in parata dei contesti Team Ninja, colpisco respingo, scanso e dal retro attacco, scalcio lei mi blocca, e mi butta via. Mikoto è lo sfoggio di spadone intagliato che a vederlo dovrebbe fare a scaglie il cast che resta, e la ragazza è al caso ’na meraviglia di semplicità d’uso a fianco il rosso spettacoloso di Mei, che casomai si fraintenda si guida che è una bevuta, per cui Phantom Breaker mette a mischia femmine manga d’azione shock per giapponesi intermedi, non completamente professionisti ma neanche sprovvisti di cultura della spada bidimensionale, così in modo che intervenga videogioco di larghe intese eletto quale imparziale garante verso investitori che vogliano ritrovarsi l’intrattenimento di Sunsoft e Fill in Cafe delle epoche del Saturn e dei picchiaduro allegrissimi con le conigliette di playboy che cantano sigle scolastiche e dove si combatte davanti agli edifici scolastici per tornei tra sezioni, ragazzi coi capelli a cresta.

Nel modo di 5pb e quantunque nell’album di quattordici figurine singole, il materiale succede a una conoscenza assai colta del settore dell’uno ammazza uno di classe sol levante sgargiante di adolescenze col vestito da cameriera, gonnellino, biondità carezzevole col braccio-artiglio, C-ute al concerto di fan che agitano le luci fluorescenti per nascondere sociopatie, e si riscuote allora sistemi di heavy specials e counterbalance – che è routine di invalidazione del dashing di vicinanza – sino a spaziature in cui all’ammontare delle tecniche d’avanzamento s’abbia lo strumento di salvezza dell’estetica oltreché del round venuto a sfaldarsi per sprovvedute opzioni di avvento iniziali innestate mancanti l’esperienza, anche se nel giro di un Arcade Mode ultimato a danzar su mosse di meravigliosa eseguibilità si venga a intuire le strade della santificazione del gameplay di Vanguard Princess e si colpisca forte in zona overdrive sul caricamento di combo orizzontali con la scia; la preselezione del quick e dell’hard style gode a spostarsi dissolute tracce di violenza verso disponimenti difensivi (d’offesa) a subordine d’occorrenza o del gusto, sì da fare d’opportunità virtù sull’uso del metodo che meglio s’incastri alle politiche di sopravvivenza dell’ego femmineo portante spade. Quando ricolma, la tension gauge scatena l’attivazione del Critical Burst. Che al caso distruttivo manifesta il fendente, il quale non viene inibito neppure con la guardia fissa in assetto. Discrepante il caso dei colpi ordinari gestibili a posizione ancorché questi si affondino il ferro in Guard Break all’eccedente attesa presi a riferire il videogioco di ribaltamento che 5pb. evidentemente auspicava.

Si dovrà proferire di manga artists di nome Hiro Suzuhira dal leggero lineare tratto shoujo, mento a punta, occhi più grandi di quanto un normale anime Kadokawa arrechi in tempo di pace. Ma è comunque marziale il segmento di precisione delle matite su tinte sovraesposte di bianco lattiginoso al riverbero e le vestizioni, oh sì, velluti del guanto aderenti i bracci lì a render dettaglio del ricamo sulle pieghe del tessuto devono essere esito di mani importanti, gesto di priorità relativamente il diretto illustrare ché un fatto è incidere su carta, altro è vedersi la creatura prender vita a considerevole animazione su display trionfanti a campo largo che lesti usino commentare tridimensionali i rivestimenti in vetro sottile, sinché poi vi si rimiri attraverso l’incanto di cattedrali a due torri e niente meno di un lago artificiale disteso alla base, lì dove il colore reclama sfarzoso la Nouvelle Vague del pixel e l’arte visuale diventa scultura. Takeshi Abo, compositore di gran parte del suono, è sintonizzato. Il pop tastierista ma eventualmente gaio, giocoliero di sperimentazione polistrutturale udibile in “Garbage Collection” si assume a contrasto le chitarre elettriche di “Catharsis of the Fist” e il musicista dunque procede a sintetizzare a studio un soundtrack di ampia difformità proprio allo scopo di corrispondere acustiche quanto più rimandabili al palcoscenico di barocco sfuso, ora che le alte definizioni chiedono di accordarsi a clavicembali e sviolinacci e di mischiarsi e di convergere in singergia verso queste nuove culture di Giappone lustrato di abiti serali e oggetti Taobao, camicie e tacco 12, gioventù che vogliono emanciparsi attraverso l’esibizione dell’eleganza. Phantom Breaker, atipico quanto interessante ripensamento della forma convenzionale del beat ’em up in due dimensioni, chiede che il combattimento divenga versante dello stile e del design.













  Piattaforma Xbox 360
  Titolo Phantom Breaker - ファントムブレイカー -
  Versione Giapponese
  Anno immissione 2011
  N. Giocatori 1/2 Online
  Produttore 5pb.
  Sviluppatore Delta Factory, R.U.N
  Designers Hiro Suzuhira, Masatoshi Imaizumi, Masaki Ukyo
  Compositori Chiyomaru Shikura, Takeshi Abo, Azusa Chiba
  Sito Web 5pb.jp/games/
  Sist. di controllo Digitale/Analogico - Joystick/Joypad
  Numero tasti 4
  Orientamento Orizzontale
  Scrolling Laterale
  Formato DVD-Rom
  Numero supporti 1
  Compatibilità NTSC-J [] NTSC-U/C [No] PAL [No]
  Genere Beat ’em up
  Rarità
  Quotazione 50 €
  OST Sì [Phantom Breaker Special Soundtrack, 2011, 5pb.]

 

Distribuito in Giappone nel giugno del 2011 in stampa regolare e limitata, Phantom Breaker diviene fonte d’interesse per la compagnia americana 7Sixty, che ne pianifica la localizzazione sul suolo per il primo quarto del 2012. Viene altresì annunciata una Limited Edition contenente doppio poster e illustrazioni di Hiro Suzuhira, ma per ragioni tutt’ora oscure (è comunque possibile che 5pb. abbia revocato i diritti di traduzione) l’uscita americana verrà cancellata. In Limited Edition giapponese, Phantom Breaker contiene il CD della colonna sonora e quindici card illustrate. Come riferito in recensione, il titolo dispone un roster di quattordici personaggi, ma solo dieci di questi sono immediatamente guidabili. Per sbloccare i restanti quattro è necessario assolvere i seguenti obiettivi: Fin (completare lo Story Mode con tutti i personaggi), Infinity (completare l’Arcade Mode), Kurisu (completare l’Arcade Mode con tutti i personaggi, quindi completarlo una seconda volta con 100 counters senza fare uso di continue, e ancora vincere ogni round col Deadly Attack. In alternativa, vincere 250 partite), Rimi (completare lo Story Mode con Fin, quindi giocare l’Arcade Mode e vincere una partita con una super, e arrivare allo scontro con Rimi senza continue. Al match successivo comparirà Infinity, che verrà sbloccata battendola. In alternativa, vincere 200 partite). Nell’aprile del 2013 arriva in arcade Phantom Breaker: Another Code. Il gioco, che gira su hardware Sega RingEdge 2, è apparentemente l’esatto port della versione tre e sessanta.