Un 
sentito grazie a Capcom, che sicuro è a disagio nel vedersi sventagliare l’orgia 
di seni doujin dall’ex
    Tomoaki, e che sicuro avrebbe fatto chissaché se solo avesse guardato meglio, prima di
    lincenziare, dire addio. Allora può succedere che Tomoaki elargisca le sue estetiche
    giapponesi, di ragazze dai diciassette in giù fino al lolicon più ambiguo, e
    non è che si mette in accordo con distributori anche part time per vedersi ritornare
    qualche danaro sul mercato degli indipendenti. Mannò. Pur di effondere il suo verbo alle
    indegne masse che hanno speso indegni Yen per 
Melty Blood, Suge9 inserisce nei
    suoi server – che poi sono spazi free, a guardar bene – Vanguard Princess,
    un super gioco che appende al muro pure la versione arcade di 
Arcana Heart 2,
    ambita assai dopo la conversione PlayStation 2 al lag. Dieci donnine. Undici,
    contando il boss, ma questo (questa) si può al massimo sbloccare con un mezzo cheat mode,
    e solo nel versus*. Due contro due, per Vanguard Princess. Diciamo tag team anomalo,
    visto che la infante di supporto gira intorno e non si ferma, pur entro gli argini di un
    misuratore che ne limita gli attacchi.
    Seriamente, ci era mancata la Sunsoft di
	 Arina e 
	Bonus-kun,
    che se scruti in dettaglio irrompe nelle formulazioni ad alta flessibilità di
    performazione di Vanguard Princess, pestatore il cui elastico di counter e super
    prese riporta in essere la sofisticazione del beat ’em up neogeista 
	dei grandi Novanta, quelli della bidimensione post-Model2, post-System11. 
	Quelli un po’ Breakers
    Revenge installati di fianco a Virtua Striker 2. Ma Sugeno mica è un
    nostalgico: egli sì estrae le dinamiche dello striker di SNK e parte del combo
    system della Capcom formato CP System III, ma poi se ne esce con un meccanismo customizzato
    a quattro pulsanti che sia trasformabile in mosse a segmentazione e cooperazione,
    richiamando neo-lolite sfarzose tipo Magica Magica Emi, tipo 
	Creamy Mami,
    tipo Sailor Moon munite di scettri magici e mille bolle blu. Il combattimento è
    fantasioso, estroso, festoso. Le anatomie hentai di 
	Luna Himeki vengono
    generosamente aggiogate alla virtuosità del gameplay metà 8 Hit Combo metà Super
    Moves a mezzo quarto di luna più calcio e pugno assieme – B e C – spettacolose e
    multiple nel caso di Mirumati Kurumi, che si veste e si sveste come in uno show
    per vallette ove il cambio d’abito sia alla base della fascinazione di una azione di
    esteriorità charmant de L’Oréal Paris in fragranze pregiovanili scicchettose e
    non meno penetranti in sciabolame e frecce in alpha blending di un 
	Amakusa Korin di qualche anno fa, che in quanto a dardi ne sapeva.
    La amichevolezza strutturale di Vanguard Princess mira a
    raccordare sistemi di manutenzione essenziali a metodi di trasformazione compositi. Sugeno
    è un mezzo dio. Programma un due contro due a incontri con un middleware di
    pubblico dominio e non gli basta di impartire lezioni di ultrabilanciamento a madre Capcom
    ma bensì si allarga, impone uno stile di combattimento che è la terza via oltre il fanservice
    indipendente dei drama a sfondo erotico venduti a 5,400 Yen su
    Himeyashop.com e i picchiaduro per amatori sul genere di 
	Magical Cheaser: Stardust of
    Dreams. Ci è riuscito, a levar su polvere dagli 
	Street Fighter IV un po’
    stringati d’innovazioni sull’apparato di lavorazione del parry system, e benché
    lo scambio e l’interscambio dei colpi combinati sia apparentemente estratto da 
	Tatsunoko
    Vs. Capcom si riscontra in Vanguard Princess un nonsoché di esclusivo, una allusione
    di ringiovanimento che sia prona alle geometrie di esecuzione, ai tempi di risposta e
    controrisposta, al bisogno di ridurre le mosse in eccesso in ossequio di una
    manovrazione più sintentica, diretta e potente. Vanguard Princess è veloce eppur
    tecnico, elementare eppur competente nel matematico ribaltare il colpo definitivo, che
    diventa definitivo solo se agganciato organicamente a posteriori sequenze di
    intercalazione. Sugeno è un mezzo dio fanatico del pixel e si scatena pure a disegnare e
    animare sinuosità possenti, prominenze rimbalzanti in 640 x 480 punti che farebbero
    deglutire i migliori designer di Takuma Shoten. Lo scandalosamente elevato numero
    di fotogrammi di animazione per lottatrice supera gli stessi standard dettati da Capcom ed
    SNK, che di character designer ne avranno dieci per metro quadro, ma qui il
    disegnatore è giusto uno. Indipendente. Senza alcuno a dirgli cosa fare e cosa non fare.
    Ecco a voi il futuro del videogioco creativo.
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Update: il personaggio [Hilda Rize] è stato reso 
opzionabile su Steam via DLC. 
    
	
	