PINBALL ILLUSIONS
di @Luca Abiusi

pinballmini.JPG (12783 bytes)Invero stringato il numero dei flipper opzionabili rispetto ai restanti titoli di genere della 21st Century Entertainment, dove i tavoli erano sempre stati quattro. L’assenza di un flipper ulteriore è tuttavia compensata da un livello di manodopera sinceramente sovrastante, di classe superiore in virtù dello sfruttamento nativo del chipset AGA, che viene spinto verso i suoi limiti. Nel caso di Pinball Illusions i programmatori mirano al maniacale, per un design luccicante, per una tecnica di programmazione facente largo uso di tavolozze in duecentocinquantasei colori, con le sfumature e il gradiente, e lo scorrimento iperfluido, e con la fisica dinamica della pallina che vuol riprodurre il rimbalzismo della macchina a gettoni. La pallina. Non vi sarà l’effetto del riverbero, la riflettenza, ma è però traslucente, la pallina, è di metallo e si vede, ed è pesante, quando scorre sul parquet. Clamorosa, Digital Illusions: scopre il cavillo della risoluzione multipla, cosicché il transito dai 320x256 punti standard al pannello hi-res in 640x512 si determini consequenziale al gameplay di spostamento, di sbloccamento del bonus che riscali il raster di volo e in assoluta sincronia.

Due megabytes sono anche più del necessario, per chi ha scritto il codice di Pinball Fantasies, ma come non trarne vantaggio. Si ha questo bel sistema che oltre al blitter può fare lo sprite hardware e si vorrebbe vedervi a lasciar per strada kbytes inutilizzati e poi pentirsi per non aver osato, e allora si mette più grafica, si disegna elaboramenti e disegni e passaggi che siano il bonus più fico del tipo inizio Novanta, il flipper dei Guns n’ Roses dove se fai un tilt sta Slash che fa l’assolo di Welcome to the Jungle; Pinball Illusions fa pressoché questo, e se mai avessero pensato a un tavolo heavy metal – ci penserà in effetti Liquid Dezign, un anno dopo – ci sarebbe sicuro stato l’assolo di Enter Sandman dei Metallica, ma poi doveva anche starvi per dentro il discorso dei diritti ragion per cui non è il caso, si resti pure sul tradizionale e si introduca tre macchine virtuali che realizzino lo sport estremo, il tema polizziottesco e le ragazze che prendono il sole. La gioventù chiedeva che si dovesse restar giovani e in verità la banalità si può accettare, se corrisponde a questo videogioco di flipperismo classico, partitone il sabato sera fra amici, che poi diventano nemici, e microgioco a sorpresa, se solo si fa entrare la palla nel buco, col display sovrastante che allestisce la sfida a tempo grazie a cui ricavare il punteggio migliore, e vincere.

Digital Illusions è l’arte del programmare in assembler. La sfida del mettere assieme le righe del codice. La cosa dell’impatto della sfera sulle pareti e di come la sfera tende a comportarsi, dopo. La variabile della balistica. Tutto il calcolo che vi si aggrava, la simulazione della forza di gravità, l’accelerazione dopo il triangolo dei percussori, la decelerazione derivante l’urto sugli spigoli in discesa, le linee diagonali e orizzontali, l’emulazione dello spostamento manuale, il tilt. Non come i motori tridimensionali con librerie Unreal di adesso, con cui è sufficiente inserire le coordinate e stare a guardarne i prodigi. Invece questi svedesi si son dovuti costruirsi il software di gestione senza reali parametri geometrici di confronto: hanno semplicemente preso un flipper, fatto un calcolo di massima sulle traiettorie della pallina e riprodotte le variazioni di traccia in rapporto alla computazione del processore Motorola. E funziona, il prodotto. Sembra di stare a pigiare su di un coin-op, e vi è precisione, e non puoi metterti a spingere arbitrario. Devi essere giocatore di flipper vero, premere attuando il tempismo, manovrare di rilascio per incanalare lo stretto della moltiplicazione dei punti, un po’ come ai tempi di Pinball Dreams, solo che qui vi è la corpulenza del multicolore, la sostanza della verosimiglianza bidimensionale, l’alta risoluzione, Olof Gustafsson. Vabbè, sì, c’era anche in Pinball Dreams, Olof, eppure il rave della intro gli altri suoi giochi non ce l’avevano, non vi era il suono di puro effetto e sintetizzatore che si rende in questo istante di elettroniche evolute ancora evoluto, portante testa ai Chemical Brothers e alla restante stirpe dei giocolieri del mixer.








 

  Piattaforma Amiga AGA / CD32
  Titolo Pinball Illusions
  Versione Europea
  Anno immissione 1995
  N. Giocatori 1
  Produttore 21st Century Entertainment
  Sviluppatore Digital Illusions
  Designers Andreas Axelsson, Thomas Andersson, Markus Nyström, Patrik Bergdahl
  Compositore Olof Gustafsson
  Sito Web dice.se
  Sist. di controllo Digitale - Tastiera
  Numero tasti 3
  Orientamento Orizzontale
  Scrolling Verticale
  Formato Floppy Disk / CD-Rom
  Numero supporti 4 / 1
  WHDLoad Sì [link]
  Genere Flipper
  Rarità
  Quotazione 25 - 30 €
  OST No

 

È noto che la decisione di tagliare il flipper “The Vikings” – che sarebbe stato inserito nel port PC MS-Dos – maturò quando il programma era già al suo stadio ultimativo, e sembra per una questione di risparmio sui costi da che il suo inserimento avrebbe comportato l’utilizzo di un quinto floppy disk. Sebbene quindi il tavolo fosse stato scritto e concepito su Amiga, questi non vedrà la luce nemmeno nella successiva versione CD32. Nel 2006, in occasione del port PlayStation e Saturn, il videogioco viene rinominato “True Pinball” e ancora fornito di un visus in tre dimensioni. Una opzione di gameplay con l’originale grafica in 2D resta comunque attivabile via menu.