PRO TENNIS TOUR 2 di @Luca
Abiusi
Cinque minuti di gioco e già sai
di che tempra è fatto Pro Tennis Tour 2. Cinque minuti sufficienti a
definire un realistico timing a caricamento e rilascio, che piazza la pallina lì
dove la si vuole mettere; nel 1991 Blue Byte è la risposta europea alla nipponica Human,
che con Final Match Tennis aveva saputo
conquistarsi la leadership dei giochi di tennis.
Ma Pro Tennis Tour 2 non menziona il PC Engine. Il sistema di gioco ideato da Blue Byte,
pur considerando la posizione del tennista rispetto alla pallina, valutandone postura e
coordinazione, concentra il gameplay nel direzionamento con anticipo. È una questione di
intuito. Se il tempo d’impatto avviene asincrono le possibilità di recupero
sulla collisione sono minime, e come nel
tennis reale la fase di preparazione è tutto. Questa è una simulazione
autentica
nonostante la velocità arcade degli scambi, da cui viene fuori quello spessore che
ad esempio in un Virtua
Tennis 3 viene a mancare a causa dei continui e irritanti tuffi degli
atleti virtuali. A limitare Pro Tennis Tour 2 è la struttura estetica di
perimetro deprivata delle fasi di presentazione, degli screen di
preparazione al match, e quindi di tutte le rifiniture riconducibili a un tennis
come Advantage Tennis, il notevolissimo
simulatore in 3D rilasciato da Infogrames nello stesso anno.
A Blue Byte è bastato un unico dischetto da 720k. E non
paga vi ha inserito anche un comodo installer, che per un gioco Amiga dei primi
anni ’90 corrisponde a una chimera. È quindi possibile salvare la posizione di gioco,
affrontare l’allenamento con lo sparapalle (bellissimo) e decidere il sesso del nostro
alter ego. Nel livello di difficoltà basso è la cpu a manovrare il tennista, pertanto è
consigliabile spuntare da subito la opzione apposita (stranamente inserita di default) e
cominciare a giocare seriamente. Si potrà disputare un match amichevole contro la cpu o un
secondo giocatore umano, oppure affrontare il circuito attraverso la creazione di un
calendario personalizzato. Risulta assente, come già detto, una struttura grafica di
presentazione ai match, per quanto la qualità intrinseca del gameplay faccia scomparire
quasi del tutto le mancanze di programmazione. Pro Tennis Tour 2 è un titolo tennistico di
grande spessore: si può scendere a rete in controtempo, si possono effettuare passanti,
palle corte, pallonetti, smash. La impostazione geometrica riprende i classici tempi
televisivi dell’inquadratura “di spalle”, producendo tanto nella deambulazione
degli atleti quanto nelle routine comportamentali della palla un notevole realismo visivo.
Avvistabile una opzione per quattro giocatori in simultaneo –
e combinazioni: si può allestire un due contro uno – e si può ancora trafficare con i valori specifici di ogni singolo colpo.
La grafica ingame è funzionale al gameplay. E non vi è
adducibile carattere migliore per un
videogioco sportivo; si incontra di rovescio e oltre la notevole animazione
rispondente si potrà osservare la plausibile traiettoria impressa alla
palla. Il motion capture non esisteva ancora, eppure il risultato è confortante
in ogni singola intercalazione del tennista virtuale. Si osservi il
servizio. Si osservi lo smash. Si osservi come il drittone colpisce in top spin. Il
disegno degli sprite, assai occidentale e longilineo, appare proporzionato alle dimensioni del campo,
il quale, se sacrifica le tribune –
appena accennate –, vuole estendersi per contro in uno schermo di generale
ampiezza. Benché
siano presenti le quattro superfici tecniche del tennis non si ravvisano
tuttavia
significative mutazioni sul rimbalzo della pallina; tanto sul veloce che sulla
terra la stessa sembra assumere come riferimento unico il cemento, e pertanto la variazione del campo è da
ritenersi puramente cromatica. Di qualità importante il suono delle
campionature, anche vocali, che restituiscono gli echi e gli impatti della
palla sulla racchetta nonché i rimbalzi secchi del coperto. Meno incisiva la
musica iniziale, che si limita a un sottofondo d’intrattenimento comunque
senza infamia. La solidità di Pro Tennis Tour 2 è dunque stilistica, per le
grafiche di clamoroso livello, e sostanziale, per il sistema di
controllo che funziona come un cronometro. Una migliore ricercatezza sul
fronte della coreografie avrebbe reso l’esperienza tennistica di Blue Byte
La simulazione tennistica degli anni ’90. Ma non si può dire che non sia,
anche così, un chiaro punto di svolta per il tennis formato Amiga.
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