CANNON-DANCER
di @
Luca Abiusi

cannondancer_flyer.png (17072 bytes)Tutto ha inizio quando Isuke decide di realizzare il sequel di Strider Hiryu. Ma con Mitchell, che dalla Capcom se n’era andato sbattendo la porta ma quel che è certo, è che la derivante nuova sinergia creativa dà luogo a una opera singolare, notevolissima dal punto di vista iconografico non che stimolante dentro al percorso ludico associato: come lo Strider, Osman – da titolo occidentale – opziona i salti acrobatici a mulinello, si arrampica sulle pareti come un ragno e quindi rimarca le tempistiche del combattimento stylish. In un mondo di acidità cromatiche diffuse a vista Osman edifica per questo una fantascienza concernente lo spiritualismo, a indurre una situazione di grande caos, votandosi ai simbolismi delle culture mediorientali. E una volta ancora si insinua l’allucinazione dei palazzi, e questa visione appartenente a un distante futuro di omologazione e Gestapo, che vuole le auto allungarsi dentro a scatole-parcheggio oblique.

La intensificazione del ritmo, occorsa come evoluzione necessaria delle arti marziali, si traduce in un balzo che trasforma il protagonista in lama rotante. Osman è l’esaltazione della coreografia volante. L’eroe si libra fra gli ampi spazi asserviti al level design per eseguire balletti aerei di letale efficacia, dimodoché il nemico diventi parte adiacente – e non esterna – alla struttura del gameplay; che si tratti di produrre un attacco ravvicinato o una piroetta, il volere “registico” rimane centrale, sì che il fruitore viene costantemente posto all’esame delle soluzioni di attacco continuato, da parete ad appiglio, a cadere sulla testa dei soldati, o quello che sono. La mitica scivolata dello Strider viene riproposta con i dovuti perfezionamenti, risultando adesso più controllabile, e viene introdotta una devastante super mossa a spazzamento. Il platform è chiaramente di livello estremo. Sulle prime spiazzante, Osman prosegue verso la strada della conciliazione tra azioni improvvisate e acquisizione del pattern, risultando ostico ma tuttavia non invalicabile. Vi è il costante mutamento del ritmo; in effetti la denominazione di platform game sta abbastanza stretta alla opera Mitchell, vista la direzione non lineare e il costante multiscorrimento del visus. Seducenti i guardiani di fine livello, i quali ti portano il giuoco a un meccanismo di zone sensibili da attaccare con precisione chirurgica.

La non originale mappatura dei quadri non diventa per Cannon-Dancer un limite reale, per la cosa del principio di continuità col passato, e dio volendo si tratta di una naturale evoluzione dell’action game che era stato della Capcom suprema di fine ’80. Si percepisce allora una superiore manovrabilità, a conseguenza del sensibile incremento delle mosse eseguibili, ma anche una maggiore difficoltà generale, che si concentra sulle coreografie, e che si esaspera su dinamiche evidentemente hardcore. Ma anzitutto la grafica. L’omino muove come un trapezista, e si anima fluente, e slitta, vola, e sferra pugni e calci, si esibisce nello spettacolo delle prese volanti: lui è uno Strider. Sullo stile ci si potrebbe dilungare per ore, con queste colorazioni necrotiche-giallastre e viola viola. Visivamente, Cannon-Dancer induce uno stato di ipnosi. Non vi è quadro in cui non si resti fulminati da qualcosa, da un passaggio strideriano a mò di quando si deve effettuare un carpiato appena dopo la discesa, braccati da un autotreno. L’originale conduzione artistica (questa sì, originale) sottolinea circostanze di creatività nel character design criptogay dei personaggi maschili e nelle sinuosità prominenti delle attrici danzanti. Ma anzitutto il suono. Le musiche s’introducono nel cerebro come iniezioni di anfetamina, per stordire e dopodiché disfarsi di quel che resta delle percezioni uditive latenti. Alto videogioco senza dubbio. Pressoché introvabile sotto forma di PCB, se non presso qualche rivenditore specializzato di Akihabara che lo scambierà dietro acquisizione di immobili e metalli preziosi, Osman è arcade essenziale. Videogioco che tocca lo stato brado della poesia elettronica, catturando per fascino, dinamicità, e paradossi cromatici.









 

  Piattaforma Coin-op
  Titolo Cannon-Dancer - キャノンダンサー - WORLD: Osman
  Versione Giapponese
  Anno immissione 1996
  N. Giocatori 1
  Produttore Mitchell Corporation
  Sviluppatore Mitchell Corporation
  Designer Kouichi Yotsui (Isuke)
  Compositore Tago Saku
  Sito Web www.mitchell.jp
  Sist. di controllo Digitale - Joystick
  Numero tasti 3
  Orientamento Orizzontale - Yoko Mode
  Scrolling Multidirezionale
  Risoluzione 320 x 240
  Formato PCB - Data East Simple 156
  Emulazione Completa [testato su MAME]
  Genere Action Platform
  Rarità
  Quotazione 250 - 300 €
  OST No