KNIGHTS OF THE ROUND
di @
Luca Abiusi

knightsoftheroundflyer2.png (17458 bytes)Eh sì, il Medioevo. Amori guerre spade sangue avventura cavalieri re regine donzelle giullari furfanti castelli saccheggi tenzone e spada nella roccia. Del resto, per Capcom gli anni bui eran questi, mica la storia. Stavano nel mito letterario di Knights of the Round (I Cavalieri Della Tavola Rotonda), che naturalmente poi gli artisti di Osaka rivoltano a proprio uso per mischiare il fantastico con l’improbabile e guarnire il tutto con una mattanza a base di scherma. Gran cosa. Avalon e le sue annesse leggende ci avevano segnato l’adolescenza e adesso che potevamo armarci di spadone e uccidere senza condizioni, e a cavallo anche, ci veniva di erigere un monumento a Capcom con su scritto: “siete dei cialtroni, ma vi amiamo per questo”. I tre protagonisti della storia (chiamiamola così) sono nientemeno che Artù, Lancillotto e Perceval. La loro missione è di trovare il Santo Graal e restituire prosperità all’Inghilterra. Più o meno. In verità urge al più di infilzare qua e là e performare, all’occorrenza, i super colpi previsti per ogni personaggio. Un divertimento di sostanza e ancor più serio se accostato in multiplayer.

A voler dire, la maggiore novità di Knights of the Round risiede nella possibilità di consumare la battaglia di fianco a due ulteriori cavalieri, per fare che l’interazione si tripartisca, si evolva pur accampando sul classico beat ’em up a scorrimento che adoperi pulsanterie doppie e che, una volta premuti entrambi i tasti, estragga dal cilindro la super mossa. Naturalmente ogni cavaliere trattiene caratteristiche di attacco peculiari nonché stili personalizzati. Ad esempio Lancillotto si rivela essere il più efficace per velocità e dinamismo, mentre Perceval è una specie di bestione piuttosto lento ma dannatamente potente nei corpo a corpo. Re Artù rappresenta la via di mezzo, la via di equilibrio che possibilmente garantisca la maggiore efficacia nel gioco in singolo. Difatti attuando un raffronto prestazionale, avente oggetto il giocatore medio, si ravvisa netto il predominio di Artù sugli schermi conquistabili alla prima partita. Ma è comunque una questione di simbiosi, di adeguarsi al personaggio opzionato e di massimizzarne il potenziale bellico. Elementi quali le ricariche energetiche e i tesori sono, come di consueto, presenti e consistenti, acché sia fattibile realizzare un tipo di progressione non così adempiente gli standard di ostilità della Capcom formato arcade. Accade allora che quando un cavaliere sullo sfondo è vittima di un agguato sia fattibile agire in supporto tempestivo, al fine quindi di ottenere il bonus della pagnotta e innalzarsi la qualità della vita.

Vi è variazione, in Knights of the Round. Accadrà sovente di montare il destriero come assunzione ideale del comando della brigata d’arme, e il sistema di controllo muta, a cavallo, visto che il tasto del salto viene deputato al cambiamento direzionale e quello di attacco al disarcionamento dei cavalieri su terra ferma. Quindi, oltre che logistici, i benefici conseguenti l’ottenimento del quadrupede sono concreti, se si sa come giostrare, impiegare il mezzo in misura d’ariete. I quadri sono sette. A margine di ognuno si affronterà l’immancabile guardiano che, quando sconfitto, tende a elargire il pacco regalo (regale) offrendo altresì accesso al nuovo stage. La chicca: il boss dell’ultimo livello si chiama Garibaldi (sono pazzi, i giapponesi). Gran tecniche. Il picchiaduro attinge al mestiere della Capcom medievalista per mettere a schermo un affresco di pseudonarrativa di gran colore. Stante la funzionante caratterizzazione, che è generalmente ottima per quanto distante la tradizione boormaniana, col Lancillotto disegnato a belloccio dai capelli d’argento, effemminato, quel che stupisce in Knights of the Round è la messa in scena. Capiterà di combattere giusto mentre lo sfondo si anima di battaglia, di guerrireri visti in lontananza che tirano di spada e i fumi a sovrastare il cielo. Capiterà di sorprendersi alla vista del paesaggio campale sconfinato, con le sorgenti d’acqua e le pale dei mulini minuziosamente ricostruite secondo gli stili architettonici del tredicesimo secolo. Straordinaria, ancora, la realizzazione sonora, che si estende ai canti, alle ballate evocanti lo strimpello e i racconti di ventura della ciurma in ricerca del Santo Graal. Capcom vince, inevitabilmente, quando vi è la scherma e il contesto fiabesco. Knights of the Round è il pretesto per ritornare alla fantasia di Ghouls’n Ghosts.









 

  Piattaforma Coin-op
  Titolo Knights of the Round - ナイツオブザラウンド -
  Versione Giapponese
  Anno immissione 1992
  N. Giocatori 1/2
  Produttore Capcom
  Sviluppatore Capcom
  Designer ??
  Compositore Isao Abe
  Sito Web www.capcom.co.jp
  Sist. di controllo Digitale - Joystick
  Numero tasti 2
  Orientamento Orizzontale
  Scrolling Laterale
  Risoluzione 384 x 224
  Formato PCB - CP System
  Emulazione Completa [testato su MAME]
  Genere Beat ’em up
  Rarità
  Quotazione 80 - 110 €
  OST No

 

Prima che il videogioco ottenesse emulazione MAME e venisse quindi raccolto in arcade perfect per le Capcom Classics Collection (PlayStation 2, XBOX e PSP), era la sua edizione Super Nintendo a definire l’unica via di gameplay domestico. Il riversamento conquista invero standard elevati. Le grafiche restano fiorenti e colorate, e la qualità delle animazioni è altresì resa accostabile. Il suono, malgrado la ristrettezza del supporto, è eccelso al punto da lasciarsi preferire alla controparte arcade. Non si può giocare in tre, ma è una mancanza che non influisce sulla qualità del port.