1941 Counter Attack
di @Luca Abiusi

Una eventuale opzione di aspect ratio avrebbe visto due barre nere laterali serrare drasticamente verso una striscia centrale verticale che rilevasse modelli P-38 Lightining in uno spazio di cinque pixel suppergiù, e per comprensibili ragioni la navigazione avrebbe subìto un peggioramento sensibile sul rango della precisione dello spostamento in zona di viràggio sopra i cannonieri in una latitudine di 44 gradi, 05 primi, 27 secondi. Ma così «non deve per forza essere» disse l’uomo di Hudson Soft. Egli rivendicava che fosse necessario di risistemare le grafiche in modo che risultassero sacrificate verso i quartieri alti, ma «non al punto di compromettere l’esito della guerra».

1941 Counter Attack rende clamorosamente vittoriosi coloro che avevano l’anno prima avvicinato il coin-op e speso su di esso un quantitativo non quantificabile di gettoni telefonici che dovevano da principio servire a pagare l’autobus per la scuola. Ma loro a scuola non ci andavano. Facendo bene, poiché non vi era motivo di privarsi di una tale plastificazione della Seconda Guerra Mondiale per una noiosissima lezione sulla Seconda Guerra Mondiale durante la quale il professore non avesse che da censurare taluni eventi e prosaicamente appoggiare le strategie militari di Churchill, davanti a un consunto libro di testo di uno scrivente che non aveva naturalmente idea di cosa realmente nel 1941 fosse accaduto tra i cieli di mezza Europa. La storia vera racconta di un misterioso pilota di bimotore che decolla alla volta della distruzione di quanto gli apparisse davanti e che risolleva le sorti del conflitto grazie alla sua pazzia, ma anche per mezzo di un arsenale di missili balistici a testata multipla che la Luftwaffe si sognava lontanamente di produrre; dunque il nostro eroe si rende capace di spazzare via l’estesa flotta germanica di U-Boot e di radere al suolo nel giro di ventiquattro ore l’intero sito dei razzi V3. Il Führer si arrende. Fine della guerra.

Nonostante la generale difficoltà di riproduzione del rettangolo grafico di CP System la conversione può dirsi solida. Abbiamo un considerevole numero di sprite che muove a sessanta fotogrammi e occupa interamente la TV e registriamo altressì la conferma del velivolo numero due (un Mosquito Mk IV) in gameplay simultaneo. La perdita di fotogrammi avviene, ma non in modo invasivo. Le formazioni di attacco nemiche riprendono le direttrici del coin-op con minime varianti e ogni tipo di power-up, ivi compreso il rispettivo posizionamento a video, è minuziosamente restituito. Dove il lavoro di traduzione mostra incolmabili distanze sul coin-op è sul luogo della definizione del suono: se nel precedente port di Daimakaimura questi era risultato quasi del tutto identico all’originale, si deve adesso registrare la decurtazione di almeno una linea vocale in regime di accompagnamento come una discreta serie di effetti di combustione che si era in precedenza uditi a piena stereofonia. Ma però il port di 1941 Counter Attack lo trovavi solo sul SuperGrafx, e figurarsi se il giapponese che si era preso il gioco al day one dallo store ufficiale Nec di Akihabara si mettesse a rilevarne mancanze quando ancora adesso, con gli emulatori e il resto, queste possono risultare trascurabili. E detto francamente, baratteremmo ogni singolo titolo digitale acquistato su Steam e PSN per un ultimo giorno spendibile in quell’epoca di conversioni impossibili. E improbabili console.      







  Piattaforma PC Engine SuperGrafx
  Titolo 1941 Counter Attack - 1941カウンターアタック -
  Versione Giapponese
  Anno immissione 1991
  N. Giocatori 1/2
  Produttore Hudson Soft / Capcom
  Sviluppatore Hudson Soft
  Designers Shi, Momochin, Nishirin, Tamtam, Yamada, Yamaguchi, Sato, Shibuya, Papu Koba
  Compositori Happy, Funny Narinari
  Sito Web www.hudson.co.jp
  Sist. di controllo Digitale - Joycard
  Numero tasti 2
  Orientamento Orizzontale
  Scrolling Laterale/Verticale
  Formato HuCard
  Numero supporti 1
  Compatibilità NTSC-J
  Genere Shoot ’em up
  Rarità
  Quotazione 180 - 200 €
  OST No