BATTLE ACE
di @Luca Abiusi

Perché veramente sti umanoidi della Hudson erano avanguardisti del linguaggio tecnico, e invece si riesce a fatica a sapere chi veramente esistesse dietro il listato di pseudonimi che la software house consegnava agli organi di stampa nel pieno della “golden age” del videogioco – ovvero quando saperlo poteva davvero assumere un senso – e ben due anni prima che G-Loc iniziasse in tutti i sensi a girare in sala nel cab tritabudella Sega R360 al costo di 10.000 yen a botta. Il limite di Battle Ace fu di non prevedere il giroscopio. Certo che il solo pensare di poter fabbricare un simulatore di Mig-29 per uso domestico doveva essere da schizofrenici nell’Ottantanove, come lo sarebbe adesso e negli anni che verranno, e pure un Battle Ace che montasse al decollo una simile tecnologia «sarebbe apparso fico».  

After Burner. Ma le visuali sono dal cockpit di un caccia che vola per gran parte nello spazio, sul modello di Galaxy Force. Il jet spaziale l’hanno concepito a mestiere a vedere i disegni presenti su di un manuale che evidenzia dettagli di aerodinamica altrimenti destinati a rimanere occulti, e ciò stante Battle Ace spara raffiche lanciando i missili a rilevamento due per volta ed è particolarmente veloce per essere il prodotto al più sperimentale di una routine di scaling dei vettori usata in corso di analisi operativa del SuperGrafx nell’88 dai reparti di ricerca scientifica della Nec: in conseguenza di questo suo status di prototipo il videogioco manca tuttavia la quantità bidimensionale per centimetro cubo che gli sarebbe più conforme a un rilevamento di prestazioni in attività computazionale massima. Difatti la parete grafica frontale denuncia diffusa indigenza sul quantitativo di sprite generati via hardware e ancor più nelle fasi iniziali, in quanto in effetti in direzione est, a dodici miliardi di anni luce dalla Terra, la situazione arrivi a migliorare nell’orbita del pianeta Asteria, appena oltre la costellazione di Andromeda. Qui il radar usa rilevare asteroidi di grandezza variabile e UFO multicolore funzionali all’aumento della condizione di guerra che quasi conducono al fragore di Space Harrier sul versante dell’ingombro, e ancorché l’animazione non sia pari all’opera Sega manco a distanza, è riconoscibile ancora l’autorità esteriore del marchio Hudson nello scontro ultimo, dove il mostro si tinge di verde.

After Burner. Poiché le dinamiche del mitragliamento dovevano seguire le evoluzioni estreme dell’andare su e giù e del virare di trecentosessanta gradi fino al cadere in picchiata, un’inquadratura esterna avrebbe sicuramente aumentato il coefficiente di rock ’n’ roll nel momento in cui si spostasse il navigatore di un micron verso l’alto per evitare all’ultimo una qualche traiettoria missilistica trasversale eppure, tutto questo avrebbe implicato la posticipazione del videogioco a data da destinarsi e sinceramente non si poteva, in quanto Battle Ace doveva essere nell’Ottantanove il titolo di lancio del SuperGrafx. I comandi rispondono bene. I razzi centrano il bersaglio dietro scorta abbondante, dimodoché chi spara e poi muore non debba addurre la variabile della mancanza improvvisa di attrezzatura, ma detto tra noi il titolo non è così impegnativo. Si nuclearizza pianeti uno dopo l’altro. Addirittura, un impulso sonoro rileva l’eventuale attività nemica a ore 6, e non vi è neppure bisogno di posizionare rapidamente il mirino da che è il computer di bordo a impostare il lock-on e a dire quando si deve uccidere; Battle Ace vorrebbe che si manovrasse con un joystick XE-1 Pro. Non per essere esigenti, ma sussiste col joystick un incremento prestazionale nei termini dell’istinto arcade risalente a uno specifico giorno di 187.000 anni fa, quando l’Homo neanderthalensis ricavò dai resti di un rinoceronte uno spuntone utile ad affermare supremazia davanti al branco... e a un monolito. Il suono stimola l’ipofisi. Esso è molto buono. Vi è sincronia tra battaglia volante e musiche. Due pezzi almeno devono essere ascoltati. Buon divertimento. 








  Piattaforma PC Engine SuperGrafx
  Titolo Battle Ace - バトルエース -
  Versione Giapponese
  Anno immissione 1989
  N. Giocatori 1
  Produttore Hudson Soft
  Sviluppatore Hudson Soft
  Designers ...?
  Compositore ...?
  Sito Web www.hudson.co.jp
  Sist. di controllo Digitale - Joycard
  Numero tasti 2
  Orientamento Orizzontale
  Scrolling Sprite scaling
  Formato HuCard
  Numero supporti 1
  Compatibilità NTSC-J
  Genere Shoot ’em up
  Rarità
  Quotazione 15 - 20 €
  OST No