FINAL FIGHT
di @Luca Abiusi

Non ci strapperemo i capelli a realizzarlo, eppure è così: nel Final Fight X68000 si rileva qualche cosa di meno rispetto al coin-op. Nello scantinato del primo livello è assente l’effetto delle luci a intermittenza. Nella metropolitana manca il suono delle rotaie. Nelle situazioni di affollamento di nemici viene in media a perdersi uno sprite. Ma non ci si fa caso. In effetti il gioco si comporta pressochè allo stesso modo, e chi ha praticato arcadismi in epoca 1989 potrà rispolverare le tecniche già adoperate con successo sul cassone e su MAME. Eh si che Final Fight è sulle prime assai comodo, ma più avanti la memorizzazione dei pattern diventa il passaggio obbligato per quantomeno avvicinarsi agli schermi finali preservando il credito; un beat ’em up, questo di Capcom, distante dall’esprimere il gameplay calibrato di un Sengoku 3 – i tempi non sono ancora maturi – ma se non altro vicino ai limiti tecnologici della CP System I per quantità e qualità di animazioni prodotte a pieno schermo. Final Fight è molto Capcom. Combattimenti da strada, figaccioni, mignottoni, mazze, spade, mazzate. Lo stereotipo metropolitano di Double Dragon viene ripreso e ampliato nella forma e nella sostanza.

In versione X68000 Final Fight, pure coi suoi microscopici dettagli mancanti (spiegabili dal fatto che Capcom volle mantenersi entro il limite dei 2 megabyte di Ram – non si è ancora nella fase Super Street Fighter II – in soccorso alla scarsa diffusione delle espansioni a 4MB) scrive dueddì di elevata complessità. Guy, Cody e Haggar si muovono fluidamente su scorrimenti laterali in parallasse e in animazione complessa: sulla metro si avvertono le vibrazioni. Fuori dai finestrini si insinuano gli spifferi di luce delle gallerie. Il sudiciume dei bassifondi si avverte tutto nel rimescolamento dei costumi à la Guerrieri della Notte con la figura di un wrestler affermato come Andre The Giant che si moltiplica a diventare una cosa ricorrente, e poi vi sono le sagome del capobanda, del capomafia, del capobranco in canottiera; uno schermo sì e l'altro pure interviene un lungagnone di due metri con la giacca semiaperta da cui fuoriescono i pettorali di Schwarzenegger e ancora i troioni, sempre in coppia, con le luccicanti tinture rosse. La faunistica della Capcom tutto in uno, molto prima dello smargiasso Knights Of The Round, si propone di asservire le teste abbastanza vuote – perché tali erano, le nostre teste, negli anni Novanta – di adolescenti scemi e sensibili alle New York notturne, che si immaginava brulicanti di bande con mazze da baseball e smanicati in pelle nera.

Il culto per Final Fight nacque subito. Come nacque presto quello per Ghosts’n Goblins e Ghouls’n Ghosts. Per cui quando nel Novantadue uscì la conversione X68000, dopoché il mediocre adattamento Super Famicom e le tristissime conversioni per computer (particolarmente velenosa quella Amiga) suggerivano di abbandonare la speranza, il viziatissimo utente Sharp si trovò davanti a due dischi equiparabili a un cabinato da centomila e passa yen: la succedente edizione Mega CD (1993), ch’era anche un port di notevole riscrittura, gli sarebbe per dire rimasta distante e solo attraverso l’emulazione del coin-op, anni dopo, ci si sarebbe avveduti di questi microdettagli che il macchinario Sharp avrebbe occasionalmente smarriti. Ma però è innegabile che lo scrivente si trovi adesso a interagire con l’edizione di Final Fight più fashion e vigorosa per grafiche, suoni, scatolami ricchi; il copione è il solito sul genere CP System I un po’ come a X68000 con il rinforzino delle risoluzioni video extra e le canzoni MIDI; malgrado il solo supporto della Roland MT-32 il rifacimento dei brani risulta di buonissima struttura nei toni bassi e nell’aprire stereofonicamente le musiche Yamaha originali. Nella custodia è inoltre incluso un MiniCD contenente i remix di queste ultime, per ridimensionare i limiti intrinseci del picchiaduro, il quale si può affrontare a livello facile per alleggerirsi delle tecniche per soli nerd evitandosi la frustrazione latente con una busta di patatine San Carlo sottomano, e non prima di avere esteso a cinque il numero delle vite. Del resto le conversioni migliorative dell’X68000 trattengono in loro questa funzione di soddisfare la fascia di utenza tagliata fuori delle rigide dinamiche dei coin-op. Realmente tanta roba.








  Piattaforma Sharp X68000
  Titolo Final Fight - ファイナルファイト -
  Versione Giapponese
  Anno immissione 1992
  N. Giocatori 1/2
  Produttore Capcom
  Sviluppatore Capcom
  Designers Akira Nishitani, Akira Yasuda
  Compositore Yoshihiro Sakaguchi
  Sito Web www.capcom.co.jp
  Sist. di controllo Digitale - Joystick
  Numero tasti 2
  Orientamento Orizzontale
  Scrolling Laterale
  Formato Floppy Disk
  Numero supporti 2
  Frequenza video 15 / 31kHz
  Sound MIDI [MT-32 / CM-64 / CM-32L]
  Genere Beat ’em up
  Rarità
  Quotazione 200 €
  OST Sì [Final Fight - G.S.M. CAPCOM 3 -, 1990, Pony Canyon]

 

Dal menu di configurazione è possibile attivare le musiche MIDI per Roland MT-32. È purtroppo assente il supporto nativo per SC-55. Completissimo come sempre lo schieramento di modalità video a 15kHz (512x256) e 31kHz (512x256, 384x256). All’interno di ogni scatola è avvistabile un MiniCD di arrangiamenti della colonna sonora.