ARMITAGE III
di @Luca Abiusi

Non abbiamo potuto fare a meno di esaminare questa linea di cernieratura mistress Miu Miu come più da collezione primavera estate 1995 in vero, specialmente mo’ che il disegnamento di Hiroyuki Ochi, ca va sans dire, è questo qua che debbono tenerci unicamente certi accreditati stilisti omosessuali entro a un dato loro insistere su di un determinato prêt-à-porter di vertiginevoli “hot pants” in abbinamento a capigliature color verde radiazione, a intenzionare le correnti del cyberpunk profondo dei lavori in ecopelle, del replicanticidio in quanto soluzione finale della questione della sintesi genetica legalizzata; Armitage III ha la cosa del suo posizionarsi in un’ampia libreria di letterature non equivocabili, esattamente “quelle lì” che si alimentano del cliché “future procedural” di riverbero ottantistico, e che tuttavia mancano la vocazione caustica di un Ghost in the Shell, e quindi la vasta e contingente flessura postumanistica, al conto che l’anime rivendica una sua connotazione liberalista, di un pensiero d’inclusivismo interplanetario che vien forse fatto passare un poco troppo semplicisticamente, ancora che a modo funzionevole al tipo di animazione seriale per l’home video, per cui che ci si deve concentrare sull’oggetto femminile sadomaso a circuire il fandom.   

Armitage III risulta che è il prototipo di una ricerca di settore specifica; di riflesso vengono così su richiesta ricostituiti i megafabbricati e le chiuse a ossigeno marziano, nel momento che il cultore dice di esistere in terra per guardarsi cose simili, i supercomputer, e le immersioni dentro alle cavità virtuali in cui si trovano i sintomatici elementi scenografici di riutilizzo se non pure luci blu-onirico, di arrivo a una estesa nomenclatura di stereotipi, i quali esercitano tra uno sfondo à la Masamune Shirow e uno scritto breve firmato Philip K. Dick nel mentre che si tirasse giù una stima di quel che si manifesterà di lì a subitissimo, stante prevedibili manovre di sceneggiatura e istrionismi circostanziali che però imprimono, compensano un contesto che quasi che incomincia a sostenersi da sé in una finestra di autopromozione dello stilismo, con questo tailleur nero coi bottoni da cui traspare birbante il push-up in filo rosso, o sì tale unitard per il combattimento tattico avanzato che messa indòsso a Naomi Armitage è proprio come a dire un bijou.

Parliamo di struttura a celle sommuovente i numeri videotelevisivi dell’original anime video in quanto sistema, ma già facente allo standard per luoghi cinematografici quando che s’indulge a una intrinsechézza di cineprese a mano e stillicidio di movimenti apposti a routine di modernistica coreografia e protesi osteomuscolari decorrenti; senza mica sottrarsi alle direttrici filofuturistiche di un Kawajiri, essendo che dalle retrovie vien fuori Cyber City Oedo 808 dopo acclamazione unanime il regista non che character designer eviscera dal suo girato una gamma coloristica peculiare, di flagrante coerenza a un estinguere cobalti e vermigli che rarefaggano sul neon della trainanza fantapolitica, di una qual tradizione filmica hollywoodiana – e diremmo nipponica, sulla scorta della statura “mainstream” che Ōtomo aveva corrisposto all’animato di fantascienza nella estate del 1988 – su cui ergere considerazioni etico-antropologiche posteriori, pure anche alla luce dei cambiamenti suggeriti a chiusura del successivo film di montaggio “Poly-Matrix”, da visionare in appendice. La saga restituisce, quel che è giusto, una narrazione non per inerzia ingenua né passivamente affiliabile all’anime di serie z, appena che si ha contezza della pragmatica efficienza dello script, che ricordiamo non essere prioritario al contenuto, e sempre ordinato al piacimento di un consumatore avente facoltà.  









  Classificazione Serie OAV
  Titolo originale Armitage III - アミテージ・ザ・サード -
  Provenienza Giappone
  Prima immissione 1995 / Home video
  Produttore AIC, Pioneer LDC
  Regia Hiroyuki Ochi
  Fotografia Hisao Shirai
  Soggetto Akinori Endo, Chiaki J. Konaka
  Character design Hiroyuki Ochi
  Mechanical design Hiroyuki Ochi
  Dir. animazione Hiroyuki Kitazume, Kōichi Hashimoto, Kunihiro Abe, Naoyuki Onda, Shinya Takahashi
  Compositore Hiroyuki Nanba
  Sito produttore www.dentsu.co.jp
  Formato DVD-Video
  Edizione Italiana [Dynit]
  Anno edizione 2003
  Numero supporti 1
  Lingue JP / IT
  Sottotitoli IT
  Rapporto 1.33:1
  Compatibilità Region 2
  Durata 140 min
  Episodi 4
  Reperibilità Buona
  Prezzo 4 € circa
  OST Sì [Armitage III Music Collection, 1995, Pioneer]

 

L’original anime video consegue in patria serializzazione su VHS e Laserdisc tra il febbraio del 1995 e il novembre dell’anno medesimo. In via eccezionale, Pioneer USA realizzerà verso equivalenti supporti e pressoché in simultaneo per il mercato nordamericano. Nel 2013 Pioneer LDC licenzia le prime (e tuttora uniche) edizioni in DVD, le quali non faranno uso, apparentemente, dell’originale master 16mm; sebbene la qualità dell’immagine rimanga generalmente accettabile, ambidue i versanti NTSC e Pal – nella fattispecie della licenza Dynit – presentano artefatti tali da suggerire un impiego sorgente del meteriale Laserdisc. Diverso destino accompagnerà l’uscita DVD del film di montaggio Armitage III: Poly-Matrix (in cui si provvede a una nuova sequenza iniziale), che viene evidentemente scansito da pellicola. Tanto degli OAV che del film non vi è al momento alcun indizio su di un possibile remaster in HD.