LOTUS TURBO CHALLENGE 2
di @Luca Abiusi

lotus2_cover2.png (75454 bytes)Lotus Turbo Challenge 2 è corsista generalmente affiancabile ad OutRun. Il videogioco è realizzato da Magnetic Fields per Gremlin in formato Amiga quale sequel di Lotus Turbo Challenge, che in giorni precedenti si era distinto per tecnica split-screen di rimarchevolezza, e lo si vede Lotus 2 innescare passione a partire dallo schermo della intro, dove in sottofondo accade un suono virtuoso che vuole introdurre velocità. Il menu delle opzioni consente la configurazione del metodo di accelerazione, dato che è possibile farlo tenendo premuto lo stick in su oppure tramite il pulstante, che è scelta più consigliabile. Tuttavia, l’intuizione del comparto gestionale sta nella modalità in multiplayer. Oltre il classico divisore di schermo viene offerta quindi opportunità di connessione (link mode) tra due Amiga per un possibile testa a testa di quattro giocatori umani micidiale. Lotus 2 è una corsa per sale giochi. È consegnata al fanatico delle quattro ruote, all’arcadomane, e a chi volesse al caso andare rapido senza pensare. La componente tecnica, di livello elevatissimo, funge da anticamera di un gameplay di conquista geografica, brillante, arreso all’istinto.

Corsa contro il tempo. Come in OutRun il tracciato si compone di check point ad azzeramento, eppure il nuovo percorso tende a divergere dal precedente su di una struttura a interruzione di continuità; si ravvisa per questo un superiore margine di variazione. Il primo quadro è semplice, ma esiste in quanto atto preliminare; Lotus 2 definisce il coefficiente della sfida attraverso l’innesto del fattore mnemonico, e ancorché le password di accesso siano crocevia dell’ultimazione si dovrà considerare la opera di Magnetic Fields a tutt’oggi imponente sul grado della profondità. I realizzatori insistono a insidiare la tolleranza nervosa del pilota e manipolano le condizioni atmosferiche, limitano l’orizzonte nel tracciato notturno, usano l’effetto nebbia per disorientare alle curve, optano per la pioggia con l’intenzione di far slittare verso il bordo. La macchina si pianta sull’asfalto. Vi aderisce. Oltre a dovere evitare le macchine avversarie si dovrà evitare la chiazza d’olio, le pozze d’acqua, i tunnel improvvisi, i tir che attraversano all’incrocio, le auto che arrivano contromano. La gara è stimolante poiché munita di espedienti: i trampoli, che se presi in velocità consentono di recuperare sul tempo, vengono disposti in modo che il giocatore vi tragga vantaggio in prossimità di una barriera acquifera, ma che anche ne sia vittima in vicinanza di una falsa curvatura.

Lo stile di guida del mezzo della Lotus è chiaramente rallentato in fase di sterzo, dove questi oppone una sensibile resistenza centrifuga, che risulta invero utile a restituire una certa condizione di stabilità sul cordolo. Eppure è la tecnica a rendere funzionanti le routine aerodinamiche; queste ultime, anche elementari, riconducono a controlli digitali generalmente collaudati in opzione di marcia manuale e ugualmente quando si decide per la trasmissione automatica. Il codice assembler è di alta scuola. Considerando la fluidità dello scrolling vettoriale e ancora la velocità estrema dell’aggiornamento video, col design della vettura che muta rispetto alle variazioni meteo, e attestando la presenza ritornante di almeno cinque sprite animati a display diventa realistico credere che si sia oltrepassato di qualche misura il limite di gestione dello sprite scaling dell’Amiga OCS inespanso. Ci sono questi ammirevoli schermi di presentazione al tracciato che vogliono essere meglio di Psygnosis. Si rileva una serie di campionamenti in corso di gara che rendono felice il dedicato chipset. Indubbiamente, il videogioco rincorre il corsismo laccato degli anni ’80. Il coloramento pieno e il cielo di nuvolame-nuvolari, che è quel genere di elemento cripto-grafico richiamante accelerazione che chiede di non curarsi del guard rail anche se si dovrebbe frenare trasforma Lotus 2 in una specie di tributo verso il genere di corse classico. Jaguar XJ220, un anno più tardi, ottenne lustro proprio perché i suoi realizzatori l’avrebbero programmato su Lotus 2. Sia reso dunque omaggio a Magnetic Fields. Questi, già autori dei due formidabili Super Cars, non si sarebbero fermati: avrebbero realizzato un terzo Lotus senza tuttavia mai riuscire a eguagliare in munificenza il qui stante missile rosso.










  Piattaforma Amiga ECS / OCS
  Titolo Lotus Turbo Challenge 2
  Versione Europea
  Anno immissione 1991
  N. Giocatori 1/4 [Link-up]
  Produttore Gremlin Graphics Software Ltd.
  Sviluppatore Magnetic Fields
  Designers Shaun Southern, Andrew Morris
  Compositori Barry Leitch, Shaun Southern
  Sito Web www.atari.com
  Sist. di controllo Digitale - Joystick
  Numero tasti 1
  Orientamento Orizzontale
  Scrolling Sprite scaling
  Formato Floppy Disk
  Numero supporti 1
  WHDLoad Sì [link]
  Genere Racing
  Rarità
  Quotazione 35 - 40 €
  OST No

 

Il videogioco viene pressoché simultaneamente riversato su Atari ST attraverso un regime di conversione di 19 colori (a partire dai 24 utilizzati su Amiga). Qui il corsista tiene testa al referente anche a comparazione di aggiornamento. Apparentemente, i port Archimedes e Mega Drive vengono realizzati da codice Atari ST, e in ragione del fatto che su entrambi si avvista una uguale riduzione cromatica. Ciò nondimeno, la versione più penalizzata sul fronte del suono resta quella Atari. La meno fluida, invece, risiede su console Sega (dove, in mancanza del precursore, il gioco viene diversamente titolato Lotus Turbo Challenge).