RAVE RACER
di @
Luca Abiusi

ravemini.JPG (14054 bytes)La versione PlayStation di Rave Racer, inizialmente prevista e poi cancellata, avrebbe sicuramente deluso gli estimatori dell’arcade. Fortuna che in un barlume di lucidità Namco abbia pensato di riconvertirne il codice per i 30 fotogrammi al secondo di Rage Racer, per la gioia di tutti e la pace dei puristi. Perché la Super System 22 si adattava difficilmente alle caratteristiche della console malgrado le dovute similitudini di architettura, ma in effetti l’alta risoluzione si sarebbe rivelata un ostacolo insormontabile. Per non parlare dei 60 fotogrammi e del numero di poligoni a video decisamente fuori paramentro per qualsiasi macchina domestica differente dal Dreamcast. Che all’epoca doveva ancora uscire. Si resti sul coin-op. Ricordiamocelo intonso questo Rave Racer che reclamava 1.000 Lire per gettone. Che sapeva sfidare in velocità la stessa Model 2.

Esteticamente violentissimo, con queste grafiche velocissime e i poligoni pulitissimi che anche all’avvicinarsi del carrello consentono il tessuto di acciaio antizincatura, Rave Racer è il design di vetture che rispetto a Ridge Racer conservano la luminescenza; la fisica comportamentale ostenta manovrabilità, si guida meglio che in precedenza. Ora, il cabinato è importante. Un cockpit tornito dal vento consegna al suo interno un redivivo Ridge Racer di puro asfalto. La postazione rimanda al cabinet di OutRun, quello lussuoso che aveva il sedile in pelle umana e il volante col cavallino. Rave Racer, sei marce, freno da usare il meno possibile, acceleratore da pressare al limite in curva per ottenere il derapage un tempo detto sbandata controllata, ma che adesso è una piega di notevole realismo che lascia i segni delle gomme, decolla come un razzo e sul dosso fa arrivare gli organi interni nei pressi dell’esofago per il suo sensazionale uso della prospettiva visuale, lo stradone di tangenziale che si apre e sotto il vuoto, e arriva il balzo che alla caduta affossa la cinepresa. È preferibile usare l’inquadratura interna. In esterno si vede il dettaglio posteriore del mezzo, che rende il suo stile con gli alettoni, vernice e scritta Namco, ma frontalmente è come essere dentro l’abitacolo della fuoriserie. 

La ragazza che appare all’inizio sembrerebbe essere Reiko Nagase. Invero Namco non ha mai fornito dettagli in merito alla sua identità, sebbene poi in Ridge Racer 6 effettivamente Reiko indossi i medesimi indumenti della qui splendente sconosciuta. Facciamo che è Reiko. I tracciati sono importanti. Si arriva a scrutarne gli svincoli distanti in pixel di chilometri. Ci sono i tabelloni che proiettano le immagini psichedeliche di Reiko che balla. Uno dei percorsi proviene da Ridge Racer, ma i restanti tre ne sono evoluzione e fanno a gara a chi meglio introduce l’idea del circondario urbano, delle superstrade industriali e dei cavalcavia, dove i treni a monorotaia attraversano; in City e Mountain la struttura di bordopista, coi palazzi, le rocce, la vegetazione occasionale concorre a restituire un contesto di corsa arcade che solo il notevole Speed Up di Gaelco saprebbe verosimilmente rendere. Il suono è techno, ma una techno virtuosa, meno commerciale, più mirata alla sperimentazione. Namco continua il discorso del rumore del cemento di Ridge Racer ma inizia a sovrapporvi un traccia di rifinitura e di tastiera che sia di compromesso fra il sound a strappo delle percussioni e questo nuovo flusso di sintesi suburbane di territorio oggi udibili in Ridge Racer Type 4. Fosse risultato più esteso – ma il coin-op di corse mai lo sarà – Rave Racer avrebbe rivendicato lo stato di perfezione del racing arcade.








 

  Piattaforma Coin-op
  Titolo Rave Racer - レイブレーサー -
  Versione Giapponese
  Anno immissione 1995
  N. Giocatori 1/8 [Link-up]
  Produttore Namco
  Sviluppatore Namco
  Designers Kenji Wakabayashi, Fumihiro Takaka
  Compositore Etsuo Ishii, Shinji Hosoe, Ayako Saso, Takayuki Aihara, Nobuyoshi Sano
  Sito Web www.namco.co.jp  
  Sist. di controllo Analogico - Volante
  Numero tasti 4
  Orientamento Orizzontale - Yoko Mode
  Scrolling 3D scaling
  Risoluzione 640 x 480
  Formato PCB - Namco System 22
  Emulazione Imperfetta, occasionali glitch grafici e sonori [testato su MAME]
  Genere Driving / Racing
  Rarità
  Quotazione 150 - 200 € [PCB] 500 - 700 € [Two Players Cockpit]
  OST Sì [Namco Game Sound Express Vol. 24 Rave Racer, 1995, Victor Entertainment]

  Rave Racer consente la guida di otto automezzi equivalenti per velocità e generale aerodinamica. La selezione di questi ultimi non è avvistabile a schermo; per sceglierseli, bisogna entrare nel service menu della pcb (tasto F2 su Mame). Se si escludono le udibili disfunzioni dell’audio, l’emulazione all’ultimo romset è pressoché perfetta a partire dai processori i5. Assolutamente necessario un pad munito di shift progressivi (consigliabile il controller dell’XBOX 360), in modo che a questi siano consegnati i comandi di accelerazione e freno.
Pensato per una scheda – la Namco System 22 – capace di smistare milioni di istruzioni per secondo e di generare una grafica poligonale in alta risoluzione a 60 fotogrammi che nel ’95 nessun sistema domestico potesse ambire a conquistarsi, Rave Racer non potè che restare in forma di coin-op. Eppure all’inizio del ’96 Namco aveva iniziato a svilupparne una versione PC funzionante sulle nuovissime schede acceleratrici PowerVR di NEC, e venne anche diffusa una demo che mostrava il Rave Racer girare fluidamente sotto Windows in regime di 30 fotogrammi e in hi-res. Evidentemente impressionate, le riviste di settore cui la demo era stata inviata decisero che quello dovesse per forza essere il videogioco poligonale più impressionante di quel tempo, e avevano anche ragione. Solo che Namco, un mese dopo, cambiò idea. E niente più Rave Racer per PC ma bensì Rage Racer (per PlayStation).