RIDGE RACER
di @Luca Abiusi

Si fa prima a non considerare di immaginarsi una PlayStation senza Namco, ché fu Namco ad avviare la console al successo, nei primi tempi di quando c’era anche il Saturn, col suo Daytona USA. Privi di Ridge Racer non avremmo partecipato della rivoluzione delle grafiche a derivazione coin-op, non completamente, e niente Kutaragi master of puppets, master of the universe; Ridge Racer era la risposta alla domanda di 3D perpetuo, di 3D a perdita d’orizzonte salvo dalle situazioni di pop-up e sgranatura delle tessiture. Ridge Racer era il corsistico dei tunnel, dei grattacieli, degli asfalti su cui slittare e zompare con le vetture giapponesi customizzate. Non definibili, le emozioni vissute accostando il racing della Namco per una prima corsa, nel periodo della trasmigrazione della bidimensione verso le mappature poligonali complesse: si era giovani, si era potenti, il futuro era dietro l’angolo e ogni cosa poteva accadere, con Namco, la nuova “grande N” del divertimento domestico, colei che faceva avverare i sogni del videoutente formato CD.            

Considerando l’anno di pubblicazione – Novantaquattro, il Super Nes è ancora la console più venduta – l’adattamento appare incredibile. Bassa risoluzione e frame rate a parte il titolo risulta in tutto identico a quel mostro di tecnologie tridimensionali Risc ammirato in sala giochi. In più Namco pensa bene di introdurre una nuova inquadratura “esterna” per visualizzare la parte posteriore della autovettura (alla OutRun per intenderci), creando possibilmente una esperienza di guida ancora più arcade. Il dettaglio dei fondali, lo scrolling a 30 fotogrammi al secondo costanti e la colorazione delle textures rivelano la supremazia tecnica di Ridge Racer al cospetto di qualunque altro gioco di guida prodotto nel medesimo periodo. L’evoluzione era percepibile. Il flat shading che aveva reso monolitici i poligoni di Virtua Racing si tramuta adesso in pavimentazioni fotorealistiche a blocchi di cemento e catrame. I palazzi hanno le vetrate. Monumentale il taglio del cavalcavia, su cui si avvista un drappello di macchine che sfrecciano in real time, per creare la necessaria condizione di gara automobilistica suburbana portante di stile e ragazze immagine che alla partenza fanno il tifo per il pilota col migliore conto in banca. Ridge Racer significa eleganza. Le piste sono pensate come inglobazione dei cliché associati al racing da sala giochi – palazzi, spiagge, sottopassaggi, elicotteri – ma anche come esemplificazione della sofisticazione estetica della nuova Namco dedita alle coupé autocelebrative, sulle targhe, nei nomi di classici à la Bosconian, Galaga e Nebulas Ray. In Ridge Racer si respira l’aria frizzante e un po’ leggera degli anni Novanta.  

Il gameplay della sbandata controllata – un derapage che sfida le leggi della fisica – si attesta su discreti livelli se si è propensi a perfezionarne le tecniche. Ma è il senso della corsa in tutto divergente dalle meccaniche di un simulatore a iniettare nelle utenze quella peculiare concezione automobilistica giovanile che fu di Yu Suzuki, in tempi di risorgimento dei coin-op. E si lasci pure decadere il limite della scarsezza dei tracciati percorribili giacché quella unica pista a diramazioni era esattamente quanto ci si auspicasse dopo aver speso una milionata per una PlayStation fatta pervenire d’urgenza dal Giappone dal rivenditore di materiale import, presso Ostia Lido. Al primo caricamento parte Galaxian. E lo si deve affrontare dal momento che centrando tutti i nemici a schermo si sbloccano otto nuovi veicoli liberamente utilizzabili nelle gare ufficiali. Il time trial e il time attack allungano moderatamente il chilometraggio, ma servono anche a ottenere la fiammante “devil car”. Si apprezza il design dei tre percorsi. Possono esser brevi o elaborati, e in ogni caso il fattore spettacolarità non viene a mancare per la congenita stravaganza delle curve sui dossi, per i tunnel da superare a razzo, per i sorpassi da eseguire virando all’esterno e annullando la forza centrifuga. Viene a perdersi la plausibilità. Viene a realizzarsi la velocità. Ridge Racer è come Ridge Racer, la traccia musicale che inizia con il basso slappato e le pianole pop psicotiche da piano intertainment di mezza estate a base di cocktail al pompelmo rosa; il vocalist del “wow, it’s a new record” dà la carica, mette fuoco al motore e fa scattare l’ignoranza della corsa superficiale ma autentica, dove per vincere bisogna attaccare il tempo e dare gas pure nei pertugi a tripla curva, e fa nulla se quando se ne urtano i bordi la macchina si pianta. Ridge Racer è come una bella donna che attraversa in bikini, lì sotto il sole o nei tramonti di quando si è in licenza distanti dal mondo, prossimi al check point dell’ultimo giro.










  Piattaforma PlayStation
  Titolo Ridge Racer - リッジレーサー -
  Versione Giapponese
  Anno immissione 1994
  N. Giocatori 1
  Produttore Namco
  Sviluppatore Namco
  Designers Yoichi Hayashi, Keiichi Naito, Hiroshi Yoshida, Yozo Sakagami, Mitsuhiro Isozaki [....]
  Compositori Etsuo Ishii, Yuri Misumi, Keiichi Okabe, Shinji Hosoe, Ayako Sasō, Nobuyoshi Sano
  Sito Web bandainamco-am.co.jp
  Sist. di controllo Digitale/Analogico - Joypad/negCon
  Numero tasti 4
  Orientamento Orizzontale
  Scrolling 3D scaling
  Formato CD-Rom
  Numero supporti 1
  Compatibilità NTSC-J [] NTSC-U/C [No] PAL [No]
  Genere Racing
  Rarità
  Quotazione 15 - 20 €
  OST Sì [Ridge Racer, 1996, Victor Entertainment]

 

Realizzato nel 1993 per il mercato arcade su hardware Namco System 22 anche nelle varianti deluxe Full Scale – che esibiscono come postazione di guida la replica di un’auto decappottabile – e Three Monitor – alla Buggy Boy – Ridge Racer viene successivamente ridotto per hardware PlayStation, in modo da poterne accompagnare il lancio giapponese in tempo per il 3 dicembre del 1994. Il videogioco risulterà compatibile con la periferica analogica a sterzata progressiva negCon, realizzata ad hoc dalla stessa Namco. Nel 1998, ancora su PlayStation e in concomitanza dell’immissione di Ridge Racer Type 4, una versione di Ridge Racer in hi-res, a 60 fotogrammi al secondo e con gouraud shading attivato [Ridge Racer Turbo / Ridge Racer Hi-Spec Demo] viene fornita in bundle su secondo CD rosso. Il corsista, tuttavia, risulterà giocabile unicamente in modalità “Time Trial”. Nel 2005 il pixel perfect port di Ridge Racer PlayStation arriva su PlayStation 2 nel raccoglitore “Namcollection”, dove tuttavia il videogioco ottiene il remix della colonna sonora originale e un nuovo campionamento vocale.