HORIZON CHASE
di @Luca Abiusi

Dipendesse da Noi, e se solo l’affermarsi molto vaporware del videogioco scaricabile non avesse compromesso l’esistenza dell’oggetto fisico, il settore intero del corsista giovanile dedito al giravoltaggio del mezzo finirebbe sigillato a volteggiare nello spazio assai prima di passare al vaglio del consumatore, e si coglierebbe inoltre l’occasione di riservare un settore intero del razzo-arca al disgustoso seguito di Filistei generato da Minecraft – tre quarti della popolazione mondiale – tanto per non mancare l’occasione di guardare codesti insignificanti omini allontanarsi dalla superficie terrestre mentre si è intenti a ripopolarla attraverso l’utero delle loro mogli, che feconderebbero in vitro una stirpe millenaria di illuminati capace di interfacciarsi a livello neuronico con un milione di Commodore 64 collegati in serie uno sopra l’altro all’interno di un palazzo di mille piani, una fitta rete di cavi che dall’alto penetri la carne a esercitare il controllo dell’umanità. Espletato ciò, potremmo finalmente pensare a Horizon Chase.

Da che hanno introdotto l’Nvidia Shield Android TV (sistema d’impegno sociale, dimensioni estremamente ridotte, led verde d’accensione sintomo di potenza) il discreto giochino di corse per cellulari della Aquiris del 2015 s’è trasformato in un racing game fuoriserie circa la sua ergonomia di guida – il joypad dello Shield, sensibile come nessuno, lo spiegheremo a quelli che concepirono il Dual Shock 4 – e riguardo anche la sua possibilità estrema di accelerazione in HD oltre il muro delle 88 miglia all’ora, dopo aver sbloccato la DeLorean ed essersi con essa conquistata la facoltà di ritornare indietro al 1986 nei luoghi del cabinet rosso-Ferrari, quello col manubrio che vibra; la curvatura (del tempo) a velocità warp usa smistare le macchine al limite dell’asfalto sul solco di strisce a slittamento continuativo in zona Abu Dhabi, a modo d’esasperazione della fase di controsterzo, e si prova una sensazione di pressione, si sente l’odore della gomma bruciata durante la spinta del turbo quando si rade il fianco dell’auto e non si rallenta: si rimbalza. La collisione professionale, elemento organico al gameplay, diventa altressì contromisura del fuoripista allorché lanciati verso il margine di tornanti le cui vie di fuga siano sbarrate da traversanti macchine, e non v’è nulla nell’opera di Aquiris che appaghi più di una vittoria conseguita entro i duecento metri finali sfruttando il fattore resistenziale di un’auto che accosta. La benzina finisce. Si posiziona in ossequio al fatto un numero variabile di taniche di rifornimento da centrare al volo, come al volo si dovranno in rotazione acquisire i crediti-esperienza, utili a rivelare i bonus.

Si opziona grafiche tridimensionali a inchiostri bidimensionali perché non vi era altra direzione che rendesse autentico in tal forma il corsismo Suzuki ’80 su questi super processori moderni a elaborazione quad core; la contigua misura di variazione della luce e delle sue sorgenti scuote presto il sentimento avventuroso rimasto in Noi dormiente per sì tanti lunghissimi giorni e ci sprona a instaurare un canale di comunicazione diretto col programma di Aquiris, e vorremmo chiedere tante cose al programma, cosa fa quando i suoi codici vengono elaborati dalla cpu, se è contento di sapere che il pilota gioisce del suo scritto immisurabile virtuoso, se parla se cammina, se ha una vita sociale o naviga su facebook, se ha progetti per il futuro e mai oseremmo di fargli notare le occasionali disfunzioni del suo sitema di collisione, qualche tessitura che sovrappone quando non dovrebbe tant’è il rispetto che gli si corrisponde per aver consegnato agli uomini una così funzionante sintesi del videogioco di corse detto “arcade” anche nella valutazione dei tempi di completamento delle percorrenze a sezioni multiple, dove il programma introduce piste extra, automobili Lamborghini promozionali, miglioramenti del motore. Si dice Barry Leitch. Già artefice delle memorabili colonne sonore di Lotus Turbo Challenge 2 e Top Gear, il musicista, da vent’anni preso nella ricerca del suono sintetico assoluto realizza una traccia di cognizione tastierista tale da condurre a suoni che diventino un riporto di campioni a otto bit al tempo rimasti fuori della ram di Amiga, in un dischetto, nell’attesa del loro momento. Di questo momento. Horizon Chase è l’idea corsista del ventesimo secolo che prende coscienza di sé: il genere, sovraccarico di prodotti annacquati quanto i cerebri dei contributori, non potrà che giovarsi della straordinaria escursione di Aquiris.












  Piattaforma Nvidia Shield Android TV
  Titolo Horizon Chase
  Versione Europea
  Anno immissione 2015
  N. Giocatori 1
  Produttore Aquiris Game Studio
  Sviluppatore Aquiris Game Studio
  Designers Felipe Dal Molin, Caroline Valmorbida, Arthur Bobany, Janderson Salgado Lima [....]
  Compositori Barry Leitch
  Sito Web www.aquiris.com.br
  Sist. di controllo Analogico - Joypad
  Numero tasti 2
  Orientamento Orizzontale
  Scrolling 3D scaling
  Formato Digital Download
  Capienza 190 MB
  Compatibilità Android 4.0.3 e versioni successive
  Genere Driving
  Rarità / /
  Prezzo 2.99 €
  OST Sì [Horizon Chase Official Game Soundtrack , 2015, Barry Leitch Audio Studios]

 

Nell’estate del 2015 il videogioco ottiene una sua prima release per dispositivi iOS per quindi in novembre approdare su Android in aspetto 16:9 con risoluzione nativa a 1080p. Sebbene il gioco non risulti specificamente progettato per l’Nvidia Shield TV, questi appare sul sistema nella sua forma migliore: si rileva qui dunque il pieno supporto del joypad e una libera navigazione all’interno della mappa. Ciò stante, per raggiungere il bottone delle opzioni, nella cui schermata sarà in seguito possibile attivare il “Retro Mode” a conseguimento di una percentuale di ultimazione pari al 100%, si renderà necessario l’uso di un mouse. Una versione PlayStation 4 di Horizon Chase contenente auto e tracciati inediti oltreché una modalità multiplayer è data in consegna entro l’estate del 2016.