REVOLVER360
di @Luca Abiusi

Ti si chiede per onore di galanteria di lasciare che il rash del laser dell’extermination bonus filiatore della fotosintesi conceda a interrogarsi a modo di innumerabili cadimenti formato pentagramma, e d’intorno ci sarà una sinfonia immensurabile daccanto il cielo paradossale di Revolver360 quando passi di lì per volontà del caos, e di grazia ti si chiede di fare in modo che l’incorrente mutazione della geometria dello spazio avveda a trasformarsi in una catena di azioni inerenti lo spostarsi degli elementi fotostatici, qualche cosa che ha origine dai vulcani, l’iridescenza della manovra la coerenza della manovra: è tuo dovere di riuscire a incanalare quest’onda di energia che orbita attorno al corpo celeste e di commutarla in un esercizio di riflessione dell’inerzia funzionale al conteggio degli oggetti solidi che si allineano sulla rotazione; il videogioco velocissimamente propelle presso la muraria dello scatolo visuale, reagisce con forza alla forza d’impatto di nuovo inasprendo il confluire dei proiettili a funzione di vedersi restituito su linee di tiro diametrali un triliardo e mezzo di spigolosi zaffiri in tenuta di overdrive, col cielo elettrostatico che propende dritto a tempestare il quadro di almeno cento varianti di scaglie.

Revolver360 rientrerebbe nell’emisfero del manic shooter ma non è vero, se lo dici rischi di mandare in errore irreversibile Windows 7 in seguito a speculazioni di sottostimatura di intenti poiché – eppur sebbene in Cross Eaglet recepiscano eccome il meccanismo della sovraesposizione del punteggio rispetto al gameplay essendosi loro ripassati uno a uno gli shooter della Cave – è l’amministrazione dello spazio a scacciar via quegli indicatori di pertinenza attraverso i quali si identifica il ristretto settore del bullet hell, ed è la conduzione pre-determininista ingenita a un livello di programmazione preciso oltre il pensabile a provocare il sovvertimento di Revolver360 sul campo della ricognizione della misura distensionale, vistoché il videogioco si affranca d’ogni vincolo di antecedente appartenenza allorché sa ritrarsi dai vizi del programma-utensile imponendosi a genere di shoot ’em up reversibile, di recupero estremo, di ribaltamento dell’energia al pari del visus che ribalta il suo asse per distorcere il senso della navigazione bidimensionale; la capsula volante, dunque, trasferisce libertà allo schema di overboost numerico come direttiva di multiplicazione dei punti su base di cancellatura sulle linee di arrivo, e per quanto l’assembramento assuma formazioni di ritorno e non minori forme di aggiramento a schema fisso si arriverà sempre a produrre soluzioni di attacco alternative a strisce di power-up dual laser, a laser bidirezionale, a super propulsione.

L’astanteria malata di sparatutto si trova per le mani due ricche iniezioni di sostanze eccitanti: la prima, con soluzione al 5%, agisce subito e si consuma a minuti realizzando un rank system attivo che in prima istanza conduce alla Raizing di Armed Police Batrider ma ci sentiamo tuttavia in dovere di consigliare la siringa numero due di azione prolungata che se per volontà degli dei s’indovina il giorno ti fa stare lì tutto il giorno a sparare finché non entri in coma quindi sì, Revolver360 ha preso casa sul Monte Olimpo. Siede alla destra di Re: Actor amministrando grafiche residenti nel girone del colore a venticinque bit con l’espansione di memoria incorporata, a modo che la normalizzazione del raggio d’intermittenza che lo spettro di luce convoglia al deposito dei minerali provenienti dai pianeti conquistati nell’anno 360 d.C. da un’astronave fuoriuscita dalle orbite sintetiche del pianeta Andromeda acquisti traiettorie di tale violenza che manco lo vedi scorrere lo scorrimento, ed è un po’ lo stesso di quando voli a bordo di un Airbus A380 a una quota di crociera di 13.700 metri assai fuori la curva massima di spinta e ti sembra che il cielo si immobilizzi, è questo l’effetto, a venirti addosso non è il cielo ma il resto, le scorie, i detriti, i pezzi i frammenti, i proiettili, i frammenti dei proiettili, i triangoli, i giroscopi, i pezzi di giroscopio, le cose che ruotano, le palle di luce, gli effetti di luce, le cose piene di luce, le scariche di luce i cristalli, le onde sonore gli effetti del suono digitale, suono elettronico che ti viene addosso devi stare fermo se no succede che ti manca sorpassa il confine del videogioco va a finire altrove, fa irruzione nell’abitazione del vicino che ti odia perché stai sempre col volume alto. Che gioco possente.       












  Piattaforma Windows PC
  Titolo Revolver360
  Versione Giapponese
  Anno immissione 2012
  N. Giocatori 1
  Produttore Cross Eaglet
  Sviluppatore Cross Eaglet
  Designer Eagle966 (??)
  Compositori Zarigani
  Sito Web crosseaglet.xii.jp
  Sist. di controllo Digitale/Analogico - Joystick/Joypad
  Numero tasti 5
  Orientamento Orizzontale
  Scrolling Multidirezionale
  Formato CD-Rom
  Numero supporti 1
  Compatibilità Windows XP/Vista/7/8
  Requisiti tecnici Intel Core2Duo 1.66GHz, 1GB Ram, Scheda grafica Geforce 8600, VRam 256MB
  Genere Shoot ’em up
  Rarità
  Quotazione 15 €
  OST Sì [REVOLVER360 Original Soundtrack, 2012, Cross Eaglet]

 

Il videogioco viene generato su XBOX 360. Questi diventa nel 2010 acquistabile per 80MS nella sezione “giochi indipendenti” del circuito Live Arcade. La traduzione per piattaforme Windows PC, che attinge alle librerie XNA Framework, viene presentata nell’agosto del 2012 a cadenza dell’ottantaduesima edizione del Comiket e in seguito distribuita in edizione fisica ai principali store giapponesi di vendita online; l’adattamento conserva le caratteristiche del programma sorgente ma altresì introduce il contenuto extra della colonna sonora originale e qualche nuovo effetto visivo ingame. Come risultato della folle coincidenza di essere rimasto in funzione per necessità di test fino al 3 di marzo, che è il giorno della festa di Hinamatsuri (conosciuta come “Festa delle bambole”, che in Giappone va praticamente a sostituire la festa delle donne), il videogioco ha rivelato boss alternativi a forma di bambole-bambine evidentemente studiati per autogenerarsi nell’occasione. Il versante PC di Revolver360 non ha mai ottenuto una controparte in digital delivery