REVOLVER360 RE: ACTOR
di @Luca Abiusi

Linee coassiali discontinue rosse di un rosso crystal ball soffiato a Murano su commessa da due dozzine di cristallerie topaz dispiegano a duemilacentosessanta progressivi; il dispositivo visuale Mitsubishi interferisce la delimitazione blu, è come se hai dentro lo sfintere lo scrolling dei megatoni primi e puoi perdere pezzi, ma non è così male; prima, stupidamente umani di nescienza ammorbati si stava stretti al vincolo dell’interazione, e dall’altro verso adesso in assenza di coscienza si è liberi di trapassare la umana scienza e di essere quel che si doveva essere fin dall’inizio: una macchina. E le implicazioni che questa classificazione subumana intercorre a deliberare in relazione alla possibilità di rotazione dello spazio sono apparentemente infinite sull’evidenziatura di tonnellame di materiale commutabile a miliardi di ottaedri, generatori massimi di violenza di luce che a distanza come il ghiaccio cristallizzano la dimensione dell’impossibile wireframe techno; quest’aumentare insistente delle pulsazioni per secondo, del fotogramma al secondo comporta la dilatazione e in casi limite l’espulsione del fluido blu-notte sintetico che scorre.

Reagente dietro attività di ampia necrosi delle texture a contatto dello shooter giapponese in essere, ancor dove di quest’ultimo vi si ritrovassero elementi di ricorso nella dislocazione di schemi di punteggio a moltiplicazione o nell’opzione di cancellatura dei materiali Revolver360 Re: Actor vuol diniegarsi la politica del potenziamento degli arsenali in vigore negli ultimi trent’anni di ripetizione dell'atto, e te ne avvedi allor che vedi che il rendiconto di prospettiva vien reso anche meglio radicalmente che in Revolver360 – il prequel, voto 9, Windows PC e tre e sessanta – edotto che all’asse zeta vi risponde un movimento attivo di oggetti e che gli stessi usano riflettere il mutamento di angolazione in forza al pod, sin dove questi a profondità vi rilevasse capsule di rigenerazione egualmente riverso tragitti che trasversali avanzino a dodecaedri pixel all’ora; allora Re: Actor arma il suo laser e scarica non prima di aver rese le strisce a riga orizzontale per risucchiare il bonus in un’unica mano, ancor meglio se a seguito di un raggio overdrive scatenato a manovra di prevenzione dello scontro nave-plasma. Il sistema è degno di rilievo. Cross Eaglet (la nuova Technosoft) menziona il manic shooter unicamente sul verso del meccanismo del conteggio e mantiene a distanza le devianze che possono usualmente condizionare lo spostamento dinanzi l’arto, al che Re: Actor manda in avanscoperta un raggio-sonda a tracciare il filo del controller presso il solco encefalico e valutare le percentuali di sopravvivenza dell’umanoide sul calcolo del carico degli impulsi da lui medesimo sostenibili al planaggio.          

Cross Eaglet ritiene che è il caso di manipolare la percezione spaziale nonostante che poi in sostanza ella si avvisi di attribuire al suo shooter una configurazione di sincronia delirante col sound elettronico munito di turbine che esordisce minimo e procede tonante; si procede pronti verso il cocktail di barbiturici blu che nel Novantasette ci si iniettava nell’occhio sinistro con l’ago rovente in preparazione a Thunderforce V e vi sono dobbiamo dire momenti in cui il procedimento di sinergia col videogioco avviene tale di poter smuovere una quantità dormiente di molecole di super compositi primordiali di metano/ammoniaca/idrogeno facente azione di riconduzione a prima che tutto iniziasse a essere il fregio dei blocchi di granito che il simulacro riferisce a realtà, e per un momento è stato come se Re: Actor catturasse il ricordo di un vestibolo di creazione, e si riforma a solcare gli allucinanti grafici dei computer del futuro quest’immagine di prenascenza di liquido d’acque stantie che a risalir vetraglie arriva in alto nel cielo ad ammonire chi eventualmente non credesse alla teoria di un dio invisibile dimorante al centro del tessuto subatomico e quindi dentro ogni cosa. Re: Actor può anche consistere in un estratto notevomente avanzato di postmodernismo elettronico, ma è tuttavia il suo inconcepibile schema di pilotaggio di virata e spinta bilaterale sullo strumento di rivoluzione a definirne il fulcrum. Nonché la grandezza. Nel 2013, l’opera di Cross Eaglet rende un tale tributo alla causa dello shoot ’em up da riuscir quasi a persuadere lo scriba circa una possibile rinascita del genere.












  Piattaforma Windows PC
  Titolo Revolver360 Re: Actor
  Versione Giapponese
  Anno immissione 2013
  N. Giocatori 1
  Produttore Cross Eaglet
  Sviluppatore Cross Eaglet
  Designer Eagle966 (??)
  Compositori Zarigani
  Sito Web crosseaglet.xii.jp
  Sist. di controllo Digitale/Analogico - Joystick/Joypad
  Numero tasti 5
  Orientamento Orizzontale
  Scrolling Multidirezionale
  Formato CD-Rom
  Numero supporti 1
  Compatibilità Windows XP/Vista/7/8
  Requisiti tecnici Intel Core2Duo 2.33GHz, 1.5GB Ram, Scheda grafica Geforce 8600, VRam 256MB
  Genere Shoot ’em up
  Rarità
  Quotazione 15 €
  OST Sì [REVOLVER360 RE:ACTOR Original Soundtrack, 2014, Playsm]

 

Revolver360 Re: Actor, sequel di Revolver360, viene interamente sviluppato su piattaforma Microsoft XNA Framework nel corso del 2012. Questi otterrà pubblicazione standalone su formato Windows PC CD-Rom nel dicembre del 2013, ma solo in Giappone. Il titolo consegue localizzazione ufficiale attraverso i canali GOG e Steam nell’ottobre del 2014. Sebbene configurabile su diversi modelli di joypad, Re: Actor risulta specificamente pensato per consegnarsi alla pulsanteria del controller di XBOX 360. Cross Eaglet ha di recente annunciato del videogioco una versione PlayStation 4, che dovrebbe comparire sul PlayStation Store entro la fine del 2015.