EVANGELION: 1.11 You Are (Not) Alone
di @Luca Abiusi

Si era chiesto, Lui, s’era al caso cosa di ritraversare l’amaranto inerte. Un suono che diceché gli era arrivato da una delle quadrimensioni che si era create sino a potersi rivoltare i finali delle cose gli diceva non di meno che la ricostruzione di Evangelion doveva levitare dietro ai relitti degli storyboard che gli si erano balenati allo scadere del Duemila, allora che quando la direttrice di questo neoabisso extracinematico parallelo non era visibile come dire del tutto; si scelse di ripartire da sovrastesure che potessero più in là diramare a contraddire la storia, e che si cimentassero invero a ridistribuire quel ch’era già stato preso e daccapo rifatto, nella mansione del dovere confrontarsi coi sé medesimi provenienti da un odierno surrogatorio ma verosimilmente ultimo. L’idea eventuale, esistente, rivendicava inseminatura. Sicché Evangelion: 1.11 per sommi capi concentra i primi sei episodi del broadcast tivì a discorso di ricondizionamento filmico sottilmente introduttivo, verso di colorazioni computeristiche pesanti sul lato delle semitrasparenze dei diagrammi, e i videoterminali. 

Ancoraché la scrittura deficitante di scrittura era un settore dove senza un qual che di equivocazione si poteva intervenire prestamente a fluidificatori d’interlinee pressappoco non originali, abbiamo quasi motivo di credere che il qui vigente proemio di tetralogie dovesse risultare suppergiù questo qui evidenziante una inquadratura di accorgimenti anatomici-angolari resi in numeri mai come adesso manifesti, ragion per cui prezziamo l’animato attraverso cui i fotogrammi nuovi precisissimi del Sadamoto 1.11 riempiono lo spazio del Geofront, seppure che viene un minimo a crocefiggersi la disegnatura a tinta uniformante, sovraccarica, novantistica che attingeva al plusvalore degli artefatti del segnale catodico che avevamo tanto amato allora quando che in Goldman Sachs accendemmo un mutuo di cinquecento anni giusto al fine di poterci comperare le videocassette della Dynamic Italia, che ci avevano detto esser meglio dei master 16 millimetri della Gainax; You Are (Not) Alone esplora il territorio del remake più che del rebuild, dove che secondo regia si doveva col gessetto dimostrare la portanza del fenomeno televisivo quand’anche a trasferire sopra a un foglio di carta carbone tutte le componenti per le quali nel 1995 si era assorti senza davvero volerlo a paladini delle sottoculture nerd.

Neo Tokyo-3 affiora dalle superfici. Tipoché si guardano gli ecomostri cubitali al silicone dimostranti accuratissime renderizzazioni di strutture ridondanti e circondanti ulteriori e aggiuntevoli ammassi di cementificazioni armatissime, e sinceramente Anno Hideaki dà nella specie il suo professionale tributo di gradazione semilaterale e decuplicatura di prospettive, si esalta per mezzo di queste cose qui, il complesso dei grattacieli e lo noti, alquanto dettagliatamente vediché l’idea di megalopoli militarista che si era ricavata nel quando se ne rimaneva a casa sua in quanto che non si sentiva granché a suo agio a respirare in una stanza dove ci stavano più di cinque esseri viventi che respiravano contemporaneamente prolifera non tanto all’esterno della ordinaria classazione del futuro-presente che si può trovare all’interno dei manoscritti di George Orwell, a ragione di questa definitura geografica morbosa e difettibile di coefficiente umano alcuno; per quindi allora lo screenplay ricovera a luogo esercitante asetticismo, ché si decreta di dovere occultare il paragrafo affettivo/emotivo per motivo di riservarsi macroelementi visuali che potessero servire da risonanza alle megatecnologie in computer grafica del formato Studio, come a prorogare ancora lo scatenamento psicoattivo delle persone animate a circostanze creative migliormente floride. Film che deve essere visto. Ma che non deve venire scambiato per un film, dato che più onestamente consiste esso in un teaser di cento e un minuti bello nutrito di angeli quadrangolari e di effetti di luce ultravivaci.












  Classificazione Film d’animazione
  Titolo originale Evangelion: 1.0 You Are (Not) Alone - ヱヴァンゲリヲン新劇場版:序 -
  Provenienza Giappone
  Prima immissione 2007 / Cinema
  Produttore Studio Khara
  Regia Hideaki Anno
  Fotografia Toru Fukushi
  Soggetto Hideaki Anno
  Character design Yoshiyuki Sadamoto
  Mechanical design Ikuto Yamashita
  Dir. animazione Yoshiyuki Sadamoto, Takeshi Honda, Kazuchika Kise, Hidenori Matsubara [....]
  Compositore Shirō Sagisu
  Sito produttore khara.co.jp
  Formato Blu-ray Disc
  Edizione Italiana [Dynit]
  Anno edizione 2010
  Numero supporti 1
  Lingue IT / JP
  Sottotitoli IT
  Rapporto 1.85:1
  Compatibilità Region B
  Durata 101 min
  Episodi //
  Reperibilità Buona
  Prezzo 15 € circa
  OST Sì [EVANGELION:1.0 YOU ARE (NOT) ALONE. original sound track, 2008, STARCHILD]

 

Il lavoro di sceneggiatura su Evangelion: 1.0 inizia a concretizzarsi immediatamente dopo le riprese del live action di Cutie Honey, e sebbene l’idea preferenziale di Hideaki Anno fosse di realizzare un ulteriore lungometraggio dal vivo, il regista dovette ritornare sull’animazione per necessità di budget. In corso d’opera si aggiunsero in veste di co-registi i veterani Kazuya Tsurumaki e Masayuki, oltreché Shinji Higuchi, al quale venne commissionata una discreta porzione di sceneggiatura. Di fatto, del film vennero immesse tre versioni. Quindi a un primo cut cinematografico fecero seguito un editing in DVD (Evangelion: 1.01, dove si andava a modificare la resa cromatica di alcuni effetti speciali secondari), nonché un versante Blu-ray [Evangelion: 1.11] nel quale, in aggiunta alle precedenti migliorie, vennero introdotte intere sequenze animate, tanto da allungare la durata del film di tre minuti circa. Il brano udibile ai titoli di coda “Beautiful World” è performato dalla nota cantautrice Utada Hikaru. In Italia, Evangelion: 1.0 viene acquisito da Dynit e quindi presentato in anteprima al Lucca Comics & Games del 2008. L’editore bolognese avrebbe altresì curato le edizioni DVD e Blu-ray.