ROYAL SPACE FORCE: The Wings of Honnêamise
di @Luca Abiusi

Su quanto accadde a Hiroyuki Yamaga più tardi alla distribuzione di Honnêamise no Tsubasa si appaia l’ostracismo serbato a Michael Cimino per l’avere scritto e diretto “I cancelli del cielo”; Gainax, contrariamente a United Artists, sopravvisse. Fu tuttavia stabilito che le trame cinematografiche di Yamaga era forse meglio se si concludevano lì: il padre di Daicon III e IV avrebbe in Gainax continuato a produrre sceneggiature, e occasionalmente a dirigere per la televisione ma i prospetti corpulenti, gli OAV a tecnica digitale e i venturi lungometraggi finanziati da Toei Animation se li sarebbe anzitempo rastrellati il micro entourange di Hideaki Anno. Perché così doveva essere. Ci voleva quel qualcosa che decretasse che il film era la irriscrivibilità dei suoi emisferi, un regista che si inventasse storie di guerre suprematiste tra il Regno di Honneamano e Repubblica, e di aeroplani con le eliche posteriori che espurgassero scie di condensazione a criterio di ellissi sorvolanti la luce del sole, e rasenti il lancio del razzo che riunificherà i popoli.

Ci è venuta l’emorragia all’occhio, che non abbiamo retto all’effetto speciale realizzato a matita da quello che si è nominato sopra, quello di Evangelion; è bene per cui decontaminarsi al più breve del retroscientifico, e della eguale manipolatura del soffiato del calice nientemeno, il micro-dettaglio del metallo contante per mo’ di non perdersi le allocuzioni politiche controverse, e le mirate allusioni ai rapporti di forza, deboardanti nel mezzo della striscia demilitarizzata di Nord-est in un chiaro accenno a crisi balistiche degli anni ’60, non che a stalli mediorientali in auge a tutt’oggi; la ordinarietà di Shirotsugh Lhadatt, protagonista collaterale, passivo, moralmente subdolo ancora che il mancato abuso di cui si macchia è subitamente pentito si misura con la straordinarietà delle sue scelte, di ardite azioni “alte” rispecchianti le medesime di una umanità che vorrebbe mondarsi di forme spirituali celesti, e idealmente trovare rifugio nell’aura orbitante della capsula spaziale, faro che purifica i peccati del mondo. Lo scritto, talsì amanuense e compiuto da potersi scollare dal disegno e contingersi a nobiliari prose di eliocentrismo copernicano rifonde le strutture della fisica, le ripiega e le irroga di scienze verificabili negli stadi della espulsione delle zavorre di sotto al missile, come se nel ’69 sulla Apollo 11, ma lungi dal sermone del “grande passo”, ché Lhadatt saprà dire di meglio.

Partisce le righe del suono a poco a poco, Honnêamise no Tsubasa, entro a una scopertura del synth cui Ryūichi Sakamoto impresta il pezzo migliore della sua anima, che il resto se lo era speso ne L’ultimo imperatore di Bertolucci, e stilla lo spartito di note ambientali, e ricompensa da capo il crescendo idillico e atmosferico dello sceneggiato realistico dei cinegiornali, dal martirio degli eroi derubricati dai libri della storia al trionfo di chi si libra al confine ultimo della gravità. V’è da dirne sui pastelli che nemmeno le workstation dello studio Khara, e le pitture a mano tracciano prevalenze sui gradi speculari, luminosità imperanti e scuri completi da cui il colorismo delle influenze veneziane di un Tintoretto, purché nell’inquadro dipinto delle antiche scritture, solenne che sequenzia il ricordo infantile al Ricordo Collettivo, sulla strada del concepimento dell’uomo, con la cinepresa che transige implacabile alla quiete siderale. Honnêamise no Tsubasa – Le ali di Honneamise: adattato in italiano da PolyGram Video nel 1995 e in loco distribuito su nastri VHS – dà slancio alla nuova corrente dell’animazione giapponese sin davanti al clamoroso flop consumatosi in sala, assumendo che al sovraggiunto standard tecnico si dovette allineare l’indivisa industria, contando i fabbricanti specializzati in home video e i produttori di giocattolame in resina. Il Blu-ray Anime Limited preso in consegna è un telecine disposto nel 2015 da pellicola in 35 millimetri. Vi si riscontra una rimarchevole pulizia visuale, malgrado la persistenza di alcune sgranature dovute allo stato di conservazione del master. La pista audio giapponese riprodotta in TrueHD 5.1 merita l’impiego di un Home Theatre di fascia alta.












  Classificazione Film d’animazione
  Titolo originale Ōritsu uchūgun: Honnêamise no Tsubasa - 王立宇宙軍~オネアミスの翼 -
  Provenienza Giappone
  Prima immissione 1987 / Cinema
  Produttore Bandai Visual / Gainax
  Regia Hiroyuki Yamaga
  Fotografia Hiroshi Isagawa
  Soggetto Hiroyuki Yamaga
  Character design Yoshiyuki Sadamoto
  Mechanical design Hideaki Anno
  Compositore Ryūichi Sakamoto
  Dir. animazione Hideaki Anno, Fumio Iida, Yoshiyuki Sadamoto
  Sito produttore gainax.co.jp
  Formato Blu-ray Disc / DVD-Video
  Edizione UK [AllTheAnime]
  Anno edizione 2015
  Numero supporti 2
  Lingue JP / EN
  Sottotitoli EN
  Rapporto 1.78:1
  Compatibilità Region B
  Durata 120 min
  Episodi //
  Reperibilità Buona
  Prezzo 30 € circa
  OST Sì [Aile De Honneamise / Royal Space Force, 2020, Alternative Fox]

 

Gainax nasce di fatto con Ōritsu uchūgun: Honnêamise no Tsubasa. Ché quelli di Daicon III e IV, nell’84, erano ufficialmente ancora in Daicon Film; si dice che Hiroyuki Yamaga e Toshio Okada avessero presentato a un alto dirigente Bandai questo storyboard e che non vi fu molto di cui discutere, se non del titolo definitivo dell’anime, che nei mesi che seguirono dové subire svariate rettifiche. La realizzazione del film, secondo l’uso del tempo sviluppato mediante le tradizionali tecniche di animazione in cel, richiese circa tre anni. Hideaki Anno ha tuttavia fornito alcuni retroscena in merito all’utilizzo di un Nec PC-9801, che sarebbe tornato utile per la scansione dei modelli tridimensionali degli aerei, come per la coloratura da applicarvi, preliminarmente renderizzata in 256 gradazioni. Alla fine, Honnêamise no Tsubasa sarebbe venuto a costare più di 800 milioni di yen, dettaglio che, almeno fino all’uscita di Akira, gli valse il primato di “anime più costoso della storia”. Recenti edizioni Blu-ray del film (non ultima la versione region A prodotta da Maiden Japan per le Americhe) rimediano a precedenti DVD – in UK anche censurati – tecnicamente rivedibili. In quanto a localizzazioni italiane, a tutto il 2020 e con tutti gli esercenti nel settore impiegati si deve risalire alla seconda metà degli anni ’90, e quindi a estemporanei editors di oltremanica che ne realizzarono una per videoregistratori.