REDUX: Dark Matters v.1.1 Collectors Edition
di @Luca Abiusi

Si poteva discutere il discorso del Duce in essere, svisato in quest’irregolare guscio del mezzo relativamente non giapponese, smunto, anti-industriale, sobrio indóve nello scorrere degli alieni si corse a meccanizzare le scocche, ma di suo Redux indaga argomenti di implacabile restaurazione su facoltà del fatto che assolutamente rilancia il design dei ricognitori spaziali della Irem, facendo poi leva sulla cosa di sapere che potrebbe essere più R-Type lui di un qualsiasi altro scrutatore di pod roteanti e trafori di bracci – hai capito bravo: lo stretto in cui muovi in mezzo le due estensioni-robot – dietro uscente dalle fabbriche della clonazione degli shooters ’80; Redux: Dark Matters, abbastanza uguale a Dux, è diverso da Dux per il completo sovrastare le manovre di attacco del predetto sparammazza.  

All’arrivare del quadro arrivi a concludere che questo è un quasi sequel; vedi che dietro lo scrolling marcano presenza pareti parallele che prima non si era in grado di avvistare in quanto a residenza in un generico blocco di RAM in attesa di essere utilizzate in Redux, il quale è come si stava dicendo un potenziamento funzionante con 512k di espansione da inserire nell’apposito slot posizionato sotto l’Amiga 500, e si deve riscontrare programmazione seria dietro (dentro) la mente espansa a 2MB di René Helwig, programmatore virtuoso cui il soaking system del precedente episodio Master System aveva convinto per un 72% e non di più visto che adesso oltreché assimilare il proiettile si fa consumo di un sistema di lock-on a tempo che rende scorrevole la distruzione bilaterale dietro pressione, per cui il singolo tasto rosso del joystick dell’Amiga non basta. Munirsi di un joypad Dreamcast. Si inserisca adesso la presa joypad del Dreamcast nell’ingresso a 9 pin dell’Amiga 500. Non dovesse entrare, munirsi di una buona saldatrice e unire i contatti. Non si era vista mai una grafica così su di un sistema OCS. Ma se è per questo nemmeno su di una console di recente invenzione qual è il Dreamcast si è ancora osservati uguali ondulamenti di fiumi acidi al secondo quadro, all’interno del complesso spaziale preistorico dove il colore si estende fino a 4096 tonalità in HAM Mode.     

Si è con gli anni maturata la fissazione per Wimbledon. Non il torneo, il film. Quello con Paul Bettany che alla fine vince. Il fatto è che il verde del film trasferisce a Nostrum quel non so che di brillantezza che lo premunisce di uno stato di empatia anche rispetto allo stesso insignificante regista, che nemmeno si vuol sapere chi è. Poi si è sviluppata un’ossessione per Il Giardino Segreto. Non il cumulo di sterpaglia rinvenibile sotto casa dal quale una volta entrato non fai ritorno ma il film. Quello del ’93 in cui alla fine il bambino guarisce, e Paul Bettany vince. Sarà a causa della preponderanza di verde o per via della colonna sonora che Nostrum rammenta essere fiorente e fornita di verde. Redux doveva contenere più verde ma nonostante questo suo grave limite il videogioco può affidarsi alla contribuzione talentuosa del compositore Andre Neumann, che offre il remix del già notevole soundtrack del precedente episodio a 7 bit; il suono fornito risulta chiaro, ripulito delle escoriazioni che il microprocessore audio a 9.5 bit dell’Amiga usualmente impone a condizione di compromesso, e se anzi il titolo fosse stato su CD-Rom tutti avrebbero detto che «è questa la colonna sonora che il videogioco a supporto ottico dovrebbe cantare almeno una volta nel suo ciclo di esistenza». Solo che il gioco risiede su musicassetta Maxell UR90. Il formato non risulta compatibile col registratore del Commodore 64, sicché per poter giocare a Redux l’eventuale acquirente dovrà prima recuperare il costosissimo lettore Amiga compatibile, o in alternativa prendersi la Redux Ultra Limited Edition che Hucast ha immesso in bundle col datassette a 12.000 euri.    









  Piattaforma Dreamcast
  Titolo Redux: Dark Matters v.1.1
  Versione World
  Anno immissione 2015
  N. Giocatori 1
  Produttore Hucast
  Sviluppatore KonTechs Ltd
  Designers René Hellwig, Martin Konrad
  Compositore Andre Neumann
  Sito Web www.hucast.com
  Sist. di controllo Digitale/Analogico - Joystick/Joypad
  Numero tasti 5
  Orientamento Orizzontale
  Scrolling Laterale
  Formato CD-Rom
  Numero supporti 1
  Compatibilità Region Free
  Genere Shoot ’em up
  Rarità
  Quotazione 60 €
  OST Sì [Redux Complete Soundtrack, 2013, HUCAST]

 

Raggiunto l’importo minimo di crowdfunding via Kickstarter nell’ultimo quarto del 2012, Redux: Dark Matters viene ultimato (e consegnato alle stampe) all’inizio del 2014. Una versione HD del videogioco in formato Windows PC, distribuita su Steam, verrà realizzata in parallelo. I due formati, inevitabili differenze di risoluzione a parte, risultano strutturalmente identici. In entrambi è quindi possibile affrontare lo sparatutto a livello Normal o Veteran, dove alla prima opzione corrisponde il gameplay classico e alla seconda una sua variante più competitiva, senza pod frontale e lock-on. Interessante come il design dell’astronave cambi anch’esso in funzione della precedente scelta. In prima stampa Dreamcast, sia in edizione regolare che nella sua versione “Steelcase” (contenente Dux 1.5 come bonus) Redux presenta un fastidioso problema di visualizzazione in RGB, riscontrato su gran parte dei televisori a tubo catodico, che di fatto rende l’immagine sfocata e scarsamente definita. Il problema è stato del tutto risolto con l’update alla versione 1.1, nel quale viene anche corretto un bug che occasionalmente resettava il gioco alla comparsa dei guardiani. Redux 1.1 Collectors Edition contiene, oltre al gioco, la OST in doppio CD e Dux 1.5.