PATLABOR 2: The Movie
di @Luca Abiusi

Lo scenario di pace conseguito dai gradi della civilizzazione è un fenomeno transitorio. Di riparo dietro lo schema della diplomazia, esso prospera nell’accettazione di comportamenti sociali acquisiti, e ciò stante non tiene conto della vulnerabilità intrinseca dei sunnominati all’insorgenza di fattori esterni non previsti, un jet di fabbricamento americano che manovri al di fuori dalla propria rotta, un’autobomba che fra due minuti esplode, un dirigibile di sostanze gassose lanciato senza pilota tra i grattacieli della City. Si affermerebbe il panico. E le istituzioni investite a salvaguardia dell’ordine prestabilito cadrebbero una dopo l’altra, denudando la natura fallace di questo stato di non aggressione cui subdolamente ci aggrappiamo per negare l’evidenza di un fatto: la quiete ricevuta a seguito di un’azione di guerra, foss’anche quest’ultima estinta verso il nemico invisibile del dissenso, è illegittima quanto la guerra stessa. E adesso possiamo dire qualcosa del sequel di Patlabor.   

Nel 1992 Mamoru Oshii diffida in generale del cinema animato di ambientazione robotica, in barba a un accordo di massima su Patlabor 2 già firmato e riposto in cassaforte di sopra ai documenti con cui il regista veniva insignito milite del Fronte rivoluzionario per la liberazione del Giappone, che intanto il disgregamento del motivo portante dell’anime sarebbe in ugual modo accaduto pure se gli avessero commissionato una serie TV sulle api magà o gruppi di idol transgender; il prodotto in sé doveva eristicamente interrogare i vertici della macchina esecutiva del Governo – Hideaki Anno ringrazia: in Shin Godzilla si affronteranno questioni a dir poco rassomiglianti – a rimarcarne l’impotenza dall’avviso di minaccia fino al seguente e deliberato atto di ostilità, che a dispetto del movente ideologico non si sarebbe astenuto dalla critica, feroce, contro il moralismo della non belligeranza. Di fatto, dal film scaturiscono prese di posizione destabilizzanti e narcisistiche confronto agli organi che si professano gerarchi della patria modernità, e che diniegano di essere stati tra i primi artefici della catastrofe della dismetria economica e collettiva, accettando di progredire sul sangue dei popoli esautorati del diritto di sommossa. In reazione, si dovrà infiltrare il centro nevralgico del potere, e indurre il caos per mezzo di una elaborata operazione di depistaggio, dimodoché sia il terrore del conflitto a generare il conflitto stesso.

Sembra che lo staff tecnico resosi creatore di Patlabor: The Movie venga confermato in blocco. La quantità dei fotogrammi è clamorosamente elevata. Si deve notare, in proposito di character design, la emancipazione circostante i segni particolari dell’autore (autrice: si parla sempre di Akemi Takada), che vediamo attenersi finanche oltre il dovuto alla rilegatura – ulteriormente impassibile – del narrato a squame di marmo, un papiro, battiture sature di riferimenti politici e requisitorie in campo lunghissimo per cui la sostanza molecolare riesca esecrata dall’ingerenza del catrame, fermo immobile tra i ferri dei cantieri che configurano il sedimento degli umani presidi; da accordi contrattuali s’indulge nei limiti del possibile all’intromissione di animazioni un pochino leggere, a onor del vero istantaneamente obliterate dal successivo disturbo post traumatico da stress che l’anime sollecita in modo così perentorio, sulla via dell’inchiesta a sfondo paramilitare da cui si stabilisca che si è ancora lontani dall’avere ottenuto giustizia, nonostante si ripieghi su di una conclusione dove la sovranità dello Stato viene (presumibilmente) ristabilita e il colpevole tratto in arresto. Patlabor 2 è un film acre, inintelligibile da platee che non abbiano precauzionalmente distillati da Tenshi no Tamago i fermenti della conoscenza, posto che il revisionismo ideista che Oshii promette di elargire attraverso le parole di Tsuge Yukihito, lo stratega folle, è una risma di cifrature i cui tasselli si ritrovano distribuiti in misura proporzionale all’interno di ciascuna sua opera. Per risalire a un proclama sommario che sia empiricamente dimostrabile occorrerà unire i pezzi e dare un volto alle risultanti figure.    












  Classificazione Film d’animazione
  Titolo originale Kidō keisatsu Patlabor The Movie 2 - 機動警察パトレイバー 2 the Movie -
  Provenienza Giappone
  Prima immissione 1993 / Cinema
  Produttore Production I. G
  Regia Mamoru Oshii
  Fotografia Akihiko Takahashi
  Soggetto Kazunori Itô
  Character design Akemi Takada, Masami Yûki
  Mechanical design Shôji Kawamori
  Dir. animazione Kazuya Kise
  Compositore Kenji Kawai
  Sito produttore www.production-ig.co.jp
  Formato Blu-ray Disc
  Edizione Nord America [Maiden Japan]
  Anno edizione 2015
  Numero supporti 1
  Lingue JP / EN
  Sottotitoli EN
  Rapporto 1.78:1
  Compatibilità Region A
  Durata 107 min
  Episodi //
  Reperibilità Buona
  Prezzo 18 € circa
  OST Sì [PATLABOR 2 the Movie ORIGINAL SOUNDTRACK “P2”, 1993, VAP]

 

La versione DVD italiana si conferma essere, come per il film precedente, un riversamento da VHS. Il lato visuale si realizza dunque approssimativo per risoluzione e resa del colore, ancorché l’audio in Dolby Digital riesca a veicolare un messaggio audio soddisfacente. Il versante Blu-ray nordamericano, che assume il restauro in HD giapponese, viene ancora distribuito da Maiden Japan. Nei credits del film è presente Satoshi Kon, che figura come “layout artist”.