Dalla sovrastante 
striscia che disegna punti, armi e vite si potrebbe pensare di trovarsi davanti 
a una conversione PC Engine di Thunder Force III ma la somiglianza, e per 
realizzarlo occorrerà qualche minuto di malsana distruzione, si contiene 
tuttavia nel richiamo allo 
	stile Technosoft e non eccede nel ricalco.
  Anzi 
Gate of Thunder risulta shoot ’em up 
munito di un suo consistere indipendente verso il puro discorso della tecnica 
visuale. 
	E questo grazie a Red. Che è il gruppo di programmatori sussidiario di Hudson 
eletto a definire la direzione dello shooter del PC Engine, ma che già 
prima di Gate of Thunder 
era stato in grado di rendere scritture centrali, formidabili nel 
	territorio del level design. Il suo 
	Devil Crash fu a riguardo esemplare, nel ’90. 
	Si riferirà inoltre del fantasioso  Winds 
of Thunder 
	ma adesso è tempo di fantascienza.
	Red opziona il Super CD-Rom². In questo modo 
	riesce a venire incontro alle utenze che
    erano passate al DUO o che vi sarebbero passate dopo aver visto il gioco in 
	azione, in effetti. I vantaggi dell’utilizzo del CD si manifestano sotto 
	forma di un soundtrack inciso direttamente su traccia di una 
	certa violenza e in forma di quantificazione bidimensionale superiore.
    Tuttavia, la capacità del supporto è per una volta direttamente 
	proporzionale alla qualità del programma che ne fa uso: la grafica si 
	afferma difatti su livelli impensabili, i colori sono
    fulgidi e si sovrappongono in controasse a un idillio di sfondi animati, 
	guerre stellari. Sicché i sessanta fotogrammi dello scorrimento concorrono a rendere l’azione fluente pure nella
    congestione fuori norma degli sprite e ancora nel succedersi di questi guardiani
    giganteschi che occupano rilevanti porzioni di schermo. Vi è una costruzione 
	del fondale perseguente
    dettaglio importante allorché gli oggetti in primo piano si scansano, liberando
    estesi spazi di spazio e raggi laser, scatenando un 
	design 
	meccanico di carrozzerie e diffuso carisma: le navi-madre sono sterminate. 
	Fanno comparsa all’inizio del livello e finiscono al suo culmine. I
    rivestimenti in pixel-metallo hanno consistenza reale. Se prendi il CD e lo 
	pesi questo pesa più di un normale CD, in quanto contiene ferro. Gate of 
	Thunder ce l’ha solo il PC Engine. Puoi cercare, trovare qualcosa di simile 
	su Mega Drive ma poi dici no, e te ne torni sul PC Engine. 
    Il design dell’astronave deve rimandare all’Aero Blasters 
	di fabbrica Kaneko, che risaltava. Ma ci 
	può stare. Simmetricamente le visuali, le migliori qualità dello sparatore 
	si realizzano in seno al level design di evoluzione dell’assetto di 
	volo, per consentire un canale di comunicazione tra le componenti estetiche 
	e le routine di manovra: la smisuratezza dei materiali vuole un contesto di battibilità 
	impegnativo ma difficilmente frustrante sull’interscambio delle armi blu, 
	verdi e rosse di proprietà Red, e si fa in modo che non si debba in alcun 
	modo
    ripiegare a interdire l’apoteosi distruttiva di generale 
	immanenza per assenza di fuoco, codesta situazione di delirio e serie 
	animata giapponese di robot e dipartimento di polizia del 2078 d.C. in cui 
	si diventa promulgatori di formazioni di 
	sparo arcaiche, benché estremamente funzionanti sull’argomento del ritmo. Si 
	evince l’opportunità di non mettere in pausa. Si evince una possibilità di 
	sparo kamikaze del genere che si è consapevoli di andare a schiantarsi per 
	giusta causa, e addirittura può succedere che 
	senza alcunché da perdere si inizi a
    scansarle una dopo l’altra le astronavi nemiche divenendo notevoli eroi salvatori della
    galassia e di Noi stessi, poiché per vincere è sufficiente lasciarsi andare e 
	immolarsi alla colonna sonora fisicamente prestante, dura, ruvidissima che consuma la mente, corrode lo spirito. Esaltazione. 
	Che è l’unica parola che ti viene in mente a interagire con 
	Gate
    of Thunder, esempio di cosa diventa lo shoot ’em up 
	quando si asserve a un imperativo generazionale, urgenza greve di 
	autodistruggersi per potere un giorno rinascere Dei.
    
	
	